Manduria. Il sindaco su depuratore: la difesa del mare si sta trasformando in guerricciola di paese

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Se i lavori all’interno del cantiere adiacente ad Urmo Belsito sono attualmente fermi, il dibattito sul depuratore consortile è

, invece, continuo e vivace soprattutto sui social dove si registrano commenti e prese di posizione. L’ultima della serie è del Sindaco di Manduria dott. Roberto Massafra che si giustifica e continua a prendere tempo invece di dar seguito all’invito rivolto dal Prefetto di convocare con urgenza un consiglio Comunale per decidere il sito che ospiterà l’impianto, se all’Urmo o altra località, considerato che nelle prossime ore, come sollecitato da Bari, l’azienda dovrà riprendere i lavori e, questa volta, completare l’opera. Se la gente chiede a gran voce che i consiglieri si assumano la responsabilità esprimendosi per l’uno o per l’altro sito, il sindaco di Manduria cerca di fermare la protesta imponendo il suo pensiero, appagato evidentemente dal risultato sin qui raggiunto con la proposta “B”, anche questa mai approvata in Consiglio. Risultato insoddisfacente per molti che ritengono che nel sito attuale l’impianto sarebbe ancora “pericolosamente” impattante per la marina con scarichi definiti emergenziali ma di fatto programmati almeno 15 volte all’anno.

“Verrà un giorno – afferma il sindaco Massafra in un suo post pubblicato su Facebook – in cui potremo guardare alle vicende di questi giorni con maggiore distacco e serenità.
Ma per ora le bocce non sono ferme, tutt’altro, si muovono e girano tutte insieme all’impazzata. Con un unico risultato: quella che era una grande battaglia di popolo per la difesa del mare, che ha richiamato l’attenzione di tutta Italia, si sta trasformando in una guerricciola di paese che nulla ha a che fare con la tutela dell’ambiente.
Si sta facendo strada una deriva populista che può solo creare problemi di ordine pubblico e rovinare la vita di qualche onesto padre di famiglia.
Possiamo ancora rimediare? Francamente non lo so. Forse, se solo si cominciasse con il riconoscere che, grazie alla protesta pacifica delle popolazioni, al contributo di tecnici seri e appassionati, all’impegno degli amministratori locali e dei consiglieri regionali del territorio, alla disponibilità del Presidente Emiliano e dell’ing. Valenzano, IL MARE È SALVO, NON CI SARANNO NÈ CONDOTTA NÈ SCARICO IN BATTIGIA. Questa è una grande vittoria, che però viene percepita e vissuta da alcuni come una sconfitta, un alibi per una nuova battaglia, che invece di unire, crea rancore e divisione tra le comunità. La richiesta di delocalizzazione del sito, non più collegata alla difesa del mare, È UNA RIVENDICAZIONE CHE DIVIDE E NON UNISCE: qualsiasi altro sito indicato troverà opposizione tra coloro che se lo troveranno vicino, con analoghe motivazioni. Ciò nonostante ci abbiamo provato e se non ci siamo riusciti non è per nostra scelta. Quel quadratino vicino all’Urmo, unico senza vincoli, non lo abbiamo disegnato noi, è lì che aspetta da 15 anni. Ma questo non significa che tutto sia stato inutile: ora LO SCARICO A MARE NON C’È PIÙ E AVREMO IL RECUPERO DELLE ACQUE REFLUE, il depuratore sarà uno dei più moderni e meno impattanti d’Italia. Tutti vogliono copiarci, ad iniziare da Nardò.
Tutti reclamiamo la massima vigilanza, chiediamo che le popolazioni possano esercitare il controllo sul corretto funzionamento, pretendiamo che siano messe in atto le misure più moderne di mitigazione e compensazione ambientale. SU QUESTO POSSIAMO E DOBBIAMO TORNARE AD ESSERE UNITI”

Parole che dicono chiaramente, dunque, che per il Sindaco di Manduria il sito resta quello all’Urmo e che, invece, ancor prima che sia realizzato occorre già iniziare a reclamare misure “più moderne di mitigazione e compensazione ambientale” ammettendo indirettamente che l’impianto che si sta realizzando, nonostante le battaglie sin qui condotte da oltre diecimila persone, non è il massimo, anzi qualche effetto negativo certamente lo produrrà.