Manduria sciolta per mafia: lo scambio elettorale-mafioso, l’appoggio del boss alla lista vincitrice

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La relazione del Prefetto di Taranto che ha determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale di Manduria descrive in questo paragrafo i contatti tra la criminalità ed esponenti politici

“L’esame delle intercettazioni ambientali e telefoniche disposte
nel corso dell’operazione investigativa «Impresa», mostra un preciso
condizionamento da parte degli ambienti malavitosi locali, e del boss
Omissis in particolare, sulle elezioni comunali di Manduria ed
evidenzia altresi’ come l’appoggio del boss alla lista risultata
vincitrice abbia determinato una influenza sugli organi politici
anche nelle fasi successive della vita amministrativa.
Le indagini confluite nell’operazione di polizia citata hanno
messo in luce come, in occasione delle elezioni amministrative del
maggio 2013, si siano verificati numerosi e frequenti contatti tra
candidati e personaggi della criminalita’ che, in ragione di accordi
intrapresi con gli aspiranti amministratori locali, hanno
condizionato la confluenza dei voti determinando l’elezione di
candidati a loro graditi.
L’esistenza di accordi ed il rapporto di colleganza, se non
addirittura di sudditanza tra il boss ed alcuni candidati dallo
stesso «appoggiati», costituiscono elementi inequivocabilmente
convergenti dell’influenza esercitata dalla malavita locale sia
sull’andamento delle elezioni che sulla vita degli organi comunali.
Secondo quanto affermato dal Consiglio di Stato il
condizionamento mafioso riguardante le liste, costituisce «un segno
inequivocabile dell’interesse della malavita organizzata ad
interferire in modo illecito sul regolare svolgimento della
amministrazione dell’Ente» (C.d.S., sez. V, 18 marzo 2004 n. 1425).
Dalle risultanze tecniche dell’ordinanza del giudice per le
indagini preliminari del Tribunale di Lecce emerge che Omissis
(unitamente a Omissis, Omissis e Omissis) ha voluto sostenere la
lista civica «Omissis» in competizione nelle elezioni comunali di
Manduria del 26 e 27 maggio 2013.
In tale progetto veniva coinvolto, in primo luogo, Omissis,
Omissis, il quale eletto consigliere con 395 voti di preferenza,
grazie al gruppo malavitoso di Omissis, chiede allo stesso di poter
ottenere anche la carica di Presidente del consiglio comunale, cosa
che poi, in effetti, avviene. Partecipe dell’accordo e’ anche
Omissis, candidata non eletta; la stessa, pur avendo stretto patti
con Omissis, riceve solo 44 voti, in quanto lo stesso boss non le
concede piu’ di tanto il proprio aiuto, preferendo dare pieno
sostegno al Omissis (la prova di tale progetto elettorale emerge
nella conversazione registrata il 28 aprile 2013).
Omissis, candidato non eletto, accolito del Omissis, riceve 98
voti di preferenza; lo stesso stringe di sua iniziativa, senza
l’autorizzazione del boss Omissis, un patto politico con Omissis,
fautore insieme ad Omissis, della lista civica «Omissis», il quale e’
intenzionato ad assegnare un assessorato al Omissis (oltre che all’
Omissis stesso) per consentire il ripescaggio del consigliere non
eletto Omissis.
Le attivita’ tecniche dimostrano che il Omissis ha dovuto
obbedire al volere del boss Omissis, il quale, contrario all’intesa
autonomamente stipulata, gli impartisce chiare disposizioni, causando
l’annullamento di tale accordo, al fine di garantire la Presidenza
del Consiglio al Omissis, nell’aspettativa di ricevere in cambio
denaro e favori.
Dalle intercettazioni emerge che anche Omissis, eletto
consigliere comunale con 256 voti di preferenza, intrattiene incontri
con Omissis, il quale lo costringe a sostenere Omissis per la carica
di Presidente che, sempre secondo le risultanze tecniche, interessava
anche Omissis, leader della propria lista civica ed eletto con 226
voti di preferenza.
Invece, stando alla ricostruzione effettuata tramite
intercettazioni ambientali, una volta eletto consigliere comunale,
Omissis chiede l’intervento di Omissis per rendere possibile la sua
elezione alla carica di Presidente del consiglio, osteggiata dai
consiglieri Omissis e Omissis – elementi della struttura portante
della neo-coalizione politica che sosteneva la candidatura del
sindaco Omissis – che non lo ritengono all’altezza del ruolo. Quanto
detto risulta oggetto di registrazione nell’ambientale n. 4079
captata all’ingresso dell’abitazione del Omissis, il giorno 13 giugno
2013.
Le ambientali dimostrano che Omissis interviene con fermezza per
il buon esito della elezione del Omissis alla Presidenza del
consiglio, mediante ricorso all’intimidazione ed all’assoggettamento
di coloro i quali non volevano sostenerlo.
Oltre alla dazione in denaro di 1.550 euro mensili pattuita nel
periodo della campagna elettorale, Omissis si mette a disposizione
del Omissis divenendo suo medico legale in un’azione intrapresa per
ottenere un risarcimento da sinistro stradale avvenuto due anni prima
(il 20 gennaio 2011) per il quale lo stesso Omissis incassa, nel
luglio 2013, l’assegno bancario di euro 1.200,00; inoltre su
direttive del Omissis, il Omissis, in data 8 giugno 2013, riconosce
10 giorni di prognosi alla vittima di un sinistro stradale avvenuto
diversi giorni prima.
Il ruolo imposto al Omissis, costretto da ordini di scuderia, in
vista del piu’ «redditizio» progetto del Omissis, a tirare i remi in
barca rispetto all’accordo autonomamente stretto con altro candidato
della medesima lista, Omissis, costituisce, come si ricostruisce
dalle risultanze esplicitate dal pubblico ministero, una delle
ingerenze arbitrarie e «violente» del Omissis nella competizione
politica, orchestrata a monte con il manifesto fine di «governare» il
comune nell’ombra e senza esporsi troppo.
Fondamentale risulta il ruolo ricoperto dal Omissis all’interno
dell’associazione, spettandogli il compito di «rappresentarla»
nell’ambito della Giunta. Lo si apprende, senza equivoci, dalla
conversazione captata in data 12 febbraio 2016, nella quale Omissis
informa Omissis che il Omissis ha ormai ricevuto la carica di
assessore. Inoltre, il Omissis, nell’avviare una conversazione
telefonica con il Omissis, dice a qualcuno che gli e’ affianco:
«teniamo l’assessore» ….
Per quanto concerne la specifica vicenda dell’elezione del
Presidente del consiglio comunale di Manduria, dal confronto fra le
risultanze tecniche dell’ordinanza e gli atti amministrativi
esaminati dalla commissione per l’accesso (delibere di consiglio,
verbali e videoregistrazioni delle sedute del consesso), emerge che
nella prima seduta del Consiglio comunale, avvenuta in data 8 luglio
2013, sedici consiglieri di maggioranza esprimono il proprio voto a
favore del Omissis mentre nove schede risultano bianche. L’elezione
non avviene per mancato raggiungimento del quorum previsto in prima
votazione, ma i contenuti delle intercettazioni, risalenti al mese
precedente e riportati dal giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di Lecce, danno prova di un intervento del boss Omissis
esercitato sui consiglieri eletti affinche’ votassero tutti in un
senso, nel caso di specie in favore del Omissis.
Si tratta di contenuti assai significativi nei quali il boss
Omissis rappresenta di essere riuscito a sottomettere l’entourage
della lista civica «Omissis», inizialmente contrario all’elezione di
Omissis alla carica di Presidente del consiglio, in quanto ritenuto
dai suoi stessi alleati persona non in grado di assolvere a quel
compito.
La commissione di indagine ha poi verificato che nella seduta di
consiglio comunale del 17 luglio 2013, relativa all’elezione del
Presidente del consiglio comunale in seconda votazione, all’avvio
delle operazioni di voto prende la parola il consigliere Omissis,
della lista «Omissis», il quale, rivolgendosi ai consiglieri
presenti, dichiara: «La richiesta di intervento e’ per ricordare che
il nostro candidato alla Presidenza del consiglio e’ il Omissis,
mentre in seconda votazione, noi, alla malcapitata, Omissis, che
sara’ sicuramente la Vice Presidente di questo consiglio comunale.
Noi speriamo che anche la minoranza condivida con noi questo percorso
politico che ci accingiamo ad affrontare … Grazie».
In occasione di questa seconda seduta la maggioranza richiesta
per l’elezione del Presidente del consiglio (maggioranza assoluta)
veniva raggiunta con 15 voti, ovviamente tutti a favore del
consigliere Omissis, a fronte di 9 schede bianche.
Raffrontando quest’ultima votazione con la precedente, la
commissione ha rilevato come la seconda votazione ha evidentemente
risentito soltanto del mancato voto della consigliera Omissis,
assente a causa di un furto con aggressione subito presso la propria
abitazione. D’altra parte, per quanto in sede di prima votazione non
si era registrato alcun intervento analogo a quello che il
consigliere Omissis ha invece inteso fare in apertura della seconda
votazione, vale a dire una vera e propria dichiarazione «espressa» di
voto da parte della lista «Omissis», si deve ritenere che gia’ a quel
tempo l’intesa «forzata» in seno alla maggioranza fosse stata in
qualche modo raggiunta.
Quel che assume rilevanza in questa sede e’ che quanto
ricostruito attraverso le indagini consente intanto di affermare che
Omissis ha chiesto l’intervento del boss Omissis per rendere
possibile la propria elezione alla Presidenza del consiglio,
circostanza a cui si mostravano in un primo momento contrari, fra gli
altri, lo stesso consigliere Omissis e Omissis.
Le intercettazioni ambientali registrate nelle date del 12 e 13
giugno 2013 dimostrano un intervento da parte di Omissis per
«assoggettare» coloro i quali non volevano sostenere il Omissis. Il
boss, nel corso di una delle tante conversazioni registrate
nell’ambito dell’indagine condotta dalla D.D.A. di Lecce, rivela
d’aver minacciato piu’ componenti della coalizione politica di
maggioranza, dicendo loro che non avrebbero dovuto farsi sfuggire
l’occasione ricevuta e che, in caso contrario, vi sarebbero state per
loro gravi ripercussioni, compresa una mancata futura rielezione.
Ebbene, la dichiarazione di voto del consigliere Omissis sopra
riportata prova come la «scelta politica» di quest’ultimo sia stata
realmente condizionata, come pure quelle degli altri consiglieri di
maggioranza.
Altrettanto significativo, nell’ottica ovviamente di misurare
l’entita’ del «patto di scambio» esistente ed il grado di
«condizionamento» che il predetto organo politico ha subito durante
l’intero periodo di vita dell’Amministrazione, e’ che a seguito delle
dimissioni del Omissis e’ stato eletto Presidente proprio il
consigliere Omissis, destinatario, assieme a Omissis ed al piu’ volte
citato Omissis, delle «direttive» del boss Omissis.”