Manduria. Scarico a mare: la presa in giro è servita!!

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Si sentono presi in giro i cittadini di Manduria, Avetrana, i residenti delle zone marine che negli ultimi dieci anni si sono battuti per una soluzione alternativa allo scarico a mare del depuratore consortile: l’Acquedotto Pugliese lo scorso 24 Ottobre ha inviato al Legale rappresentante della Putignano Srl, l’azienda che si aggiudicò l’appalto e che dovrà realizzare il nuovo depuratore consortile Manduria-Sava, una lettera di convocazione per procedere alla verbalizzazione della riapertura del cantiere come da indicazioni formalizzate, in una nota del 21 Settembre scorso, dal Dipartimento Opere Pubbliche della Regione Puglia. Se si poteva immaginare che i lavori del depuratore sarebbero prima o poi iniziati, nessuno poteva immaginare che Aqp avrebbe fatto “riapparire” il famoso “tubo” tanto contestato e ufficialmente cancellato dal Presidente Michele Emiliano. Questo, mentre si era in attesa di conoscere il progetto definitivo che Aqp stava predisponendo sulla base proprio delle indicazioni politiche. Invece nell’oggetto della lettera in questione si parla chiaramente della realizzazione della condotta sottomarina. Una vera e propria beffa se si pensa alle numerosissime rassicurazioni, dichiarazioni di volontà politiche rilasciate ai media locali e nazionali, mirate ad accontentare la popolazione che protestava per il rischio ambientale a cui si sottoponeva il mare, ma anche per lo spreco di risorse idriche che potrebbero essere riutilizzare in agricoltura o per contenere l’intrusione salina. Un comportamento che lascia increduli anche i più scettici che, comunque, speravano che Emiliano mantenesse la parola. Eppure erano stati lanciati “segnali di pericolo”: le preoccupazioni espresse dagli organi di informazione su situazioni poco chiare erano sempre etichettati come inutili allarmismi. Ora si attende la replica dei politici e soprattutto degli amministratori del Comune di Manduria che, lungi dall’informare i cittadini sull’evoluzione della vicenda e sui possibili rischi che si stavano correndo, avevano sminuito anche l’ultimo ricorso al Tar da parte di Acquedotto Pugliese contro il comune di Manduria e la Capitaneria di porto di Taranto, che si erano opposti al rilascio dei permessi per la condotta sottomarina del depuratore, definendo tale iniziativa un “atto dovuto”, “una procedura automatica” avviata dai funzionari della Regione Puglia, salvo poi costituirsi in giudizio lo scorso 14 Ottobre e “sprecare” per questa vicenda (in teoria già archiviata) oltre 6 mila euro di incarico legale. Strano modo di amministrare la città. Come si pretende in queste condizioni di avere la fiducia dei propri amministrati? Non abbiamo dubbi invece sulla reazione dei cittadini che già sui social sono sul piede di guerra e che dovranno nuovamente mobilitarsi per ottenere qualcosa che pensavano già di avere ottenuto. E’ proprio il caso del famoso proverbio…non dire gatto se non ce l’hai nel sacco.

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