Manduria: Primi utili per Bruno Vespa, vignaiolo per passione

Condividi

A due anni appena dall’acquisto di Masseria Li Reni a Manduria, il giornalista, conduttore di Porta a Porta, Bruno Vespa si annovera, anche, tra i produttori di vini di successo. Nata dalla passione per il vino e soprattutto per il Primitivo di Manduria, l’idea di investire in un nuovo progetto vitivinicolo per il Bruno nazionale ha iniziato a fruttare: il 2016 si è chiuso infatti in attivo. Futura 14, la holding che piazza in tutto il mondo (Thailandia compresa) le bottiglie prodotte in Puglia da lui, dalla moglie Augusta Iannini e dai due figli Federico e Alessandro, ha chiuso il 2016 con un giro d’affari quasi raddoppiato (da 662mila euro a 1,08 milioni) e con il primo utile della sua breve storia, 69mila euro.
Un team che è affiancato dall’esperienza di uno dei maggiori enologi italiani, quel Riccardo Cotarella conosciuto in tutta la Penisola, mentore di alcune delle più celebrate etichette degli ultimi trent’anni anni. Una cantina che da subito ha puntato sulla valorizzazione della più importante delle varietà regionali, il primitivo, presente nei 4 ettari di vigneto che circondano la masseria di Manduria, un ex-convento di suore del ‘500 – acquistato per 800mila euro. I vecchi vigneti di primitivo e aglianico sono stati rivitalizzati, nei 34 ettari della tenuta sono stati avviati nuovi impianti (con tanto di 20mila euro di contributi tra ristrutturazioni e riconversioni). E il portafoglio di etichette di casa ha varcato i confini nazionali per partire alla conquista dei mercati internazionale: il 60% delle vendite è oggi in Italia. Ma i vini del giornalista-artista sono sbarcati pure in Germania (13%), Gran Bretagna (9%), Usa (6%) e persino a Bangkok dove nel 2016 sono state piazzate bottiglie per un totale di 4mila euro. A questo si affianca una piccola percentuale di negroamaro, l’altra grande varietà salentina, alla base di un affascinante spumante rosato. Una curiosità: l’ultima creatura di casa Vespa, Helena di Troia, il fiore all’occhiello di famiglia, uva raccolta e lavorata a fine ottobre, carica quasi come un amarone, è finita pochi mesi fa a centro tavola in una festa a Buckingham Palace organizzata da Carlo d’Inghilterra.