Manduria: per dirimere la crisi si riparte da zero

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C’è stata una mediazione ieri in consiglio comunale tra i 13 “dissidenti” di maggioranza e il sindaco di Manduria, Roberto Massafra. E’ stata azzerata la giunta come avevano richiesto i 13 si è dimesso il Presidente del Consiglio Nicola Dimonopoli come aveva richiesto il sindaco perché reo di non aver mantenuto il ruolo super partes schierandosi con i dissidenti. Il Presidente del consiglio si “sacrificato” pur di non concedere alibi a nessuno. Nessuno ha vinto, nessuno ha perso: c’è solo un po’ di tempo in più per riflettere, per cercare di trovare il bandolo della matassa che a dir la verità è ancora aggrovigliata, ma si riparte da zero. Una vicenda politica ancora molto aperta che è pienamente contestualizzata con il periodo in cui si sta verificando alla vigilia del capodanno(fine/inizio): se sarà qualcosa di buono o qualcosa di dannoso per la città dipenderà tutto dai protagonisti che dovranno ora mettersi attorno al tavolo per discutere. Da dove ripartire per trovare gli equilibri per il rilancio dell’amministrazione? Questo sarà il punto cruciale di tutto. E’ noto che i 13 consiglieri chiedono che tornino a governare le forze politiche scelte dal popolo nella primavera del 2013, le sole forze politiche che devono “dar conto alla cittadinanza” di quanto accaduto in questi anni. E’ questo il senso della crisi attualmente innescata. C’è però la “complicazione” degli esponenti della originaria minoranza del Nuovo Centro Destra e del Centro Democratico che, dall’estate del 2014, sono saliti sul carro del vincitore e che il sindaco, da quanto emerso, non intenderebbe estromettere. E forse altri vorrebbero ancora salire, ammaliati dalle “opportunità” proposte del Sindaco dopo l’ennesimo ultimo tentativo di trovare “stampelle”. Scelte diverse da quelle fatte dagli elettori però potrebbero essere ingiustificabili. Attualmente in consiglio comunale l’opposizione politica non esiste più, o se in qualche modo cerca di manifestarsi, non è più credibile. Restano i rapporti sfilacciati, alcuni difficilmente si ricomporranno, anche se la politica ci ha abituati a rapporti di “facciata” e inspiegabili capovolgimenti di fronte. Intanto partono subito le consultazioni per cercare di ridurre i tempi…nella speranza che i tanti medici presenti in consiglio non dimentichino che l’ammalato (la città) è sempre moribondo.