Manduria: Omicidio Massari, Di Lauro assolto dalla Corte D’appello

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E’ la fine di un incubo per Antonello Di Lauro, 57 anni, imprenditore di Manduria. La Corte d’Appello di Taranto lo ha assolto dall’accusa di favoreggiamento. Di Lauro era coinvolto, con un ruolo marginale, nell’omicidio di Antonio Massari, il fruttivendolo manduriano di quarant’anni pestato a morte nel 2013 da Luigi Da-lemmo, già condannato con sentenza di secondo grado a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Furono le perizie sulle celle telefoniche a stabilire che Di Lauro si trovava sul luogo del pestaggio ma lui, inizialmente, aveva negato di essere stato lì per paura di ritorsioni a lui e alla sua famiglia. A causa di quella reticenza fu arrestato con l’accusa di favoreggiamento. Poi su sua richiesta decise di raccontare ai giudici quello che era avvenuto: quel giorno, il 7 febbraio del 2013, lui e il fruttivendolo furono invitati da Dalemmo nel deposito di legna dove lavorava e aggrediti perché accusati di avere pronunciato in pubblico delle frasi offensive nei confronti di una nota famiglia di pregiudicati manduriani. Di Lauro se la cavò con lievi ferite mentre Massari riportò ferite mortali anche a causa di una caduta dallo scivolo di uno scantinato alto circa tre metri. Nel processo d’appello la Corte ha riconosciuto ai sensi dell’art. 384 del codice penale la non punibilità del reato prevista per chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé medesimo o un prossimo congiunto da un grave danno. L’uomo dopo aver subìto queste gravi situazioni, venerdì scorso ha ottenuto giustizia, assistito dai suoi legali Francesco Di Lauro e Andrea Silvestre.