Manduria: Museo Archeologico chiuso. Presentato esposto al Prefetto.

Condividi

Ennesima figuraccia di Manduria terra ricca di reperti archeologici che farebbero la ricchezza di qualunque altro comune. Qui, invece, i turisti attratti dai musei e dal Parco si “snobbano”.
“Sabato 11 agosto abbiamo tentato di visitare il Museo Archeologico “Terra dei Messapi” di Manduria. Dopo numerosi tentativi di reperire un numero telefonico per avere notizie sull’apertura, tentativi falliti poiché non vi è un solo numero telefonico dove chiamare o una pagina internet dove reperire qualsiasi notizia, ci siamo recati sul posto. Trovandolo chiuso. Ma sul portone vi era un cartello con gli orari.
Pazienza. Li abbiamo appuntati e lunedi 13 agosto, come indicato, alle ore 15.00 siamo tornati a Manduria. Ma il Museo era ugualmente chiuso. Abbiamo tentato di visitare l’area archeologica, ma anch’essa era chiusa.”
E’ quanto contenuto nell’esposto indirizzato al Prefetto di Taranto, all’Amministrazione Commissariale del Comune di Manduria e alla Soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Taranto, Brindisi e Lecce che denuncia lo stato di abbandono del Museo Archeologico “Terre dei Messapi” di Manduria.
A firmarlo è Luigi Del Prete, ex Assessore alla Cultura del Comune di Copertino e Presidente della nota “Fondazione Moschettini”, che da anni si occupa di cultura del territorio.
L’obiettivo dell’esposto, come spiega lo stesso Luigi Del Prete quello di segnalare “… questo episodio come esempio di pessima gestione del patrimonio storico artistico ed archeologico in una delle realtà più significative della Puglia. Il che rende la disattenzione se possibile più grave ancora. Quello che più spiace- si legge ancora nell’esposto” è quel cartello affisso sul portone. Un esempio di mancanza di rispetto del pubblico. Un intollerabile e poco civile esempio di menefreghismo istituzionale. E’ per quel cartello che, nonostante la canicola, siamo tornati a Manduria con la speranza di poter fare la nostra auspicata visita. Sarebbe bastato scrivere: “questo Museo esiste solo come contenitore, ma potete ammirarne il valore solo dall’esterno” sarebbe stato più civile e rispettoso nei confronti del tempo altrui.
Troviamo questo un esempio limite della disattenzione, incuria, degrado, in cui versa la gestione dei Beni Culturali alle nostre latitudini. Fa ancora più male accorgersi che tutto ciò avviene ad Agosto, ovvero un periodo in cui la presenza dei turisti è massima. Vuol dire in sostanza che l’apporto pubblico alla valorizzazione del territorio è pari a zero. In una città peraltro che, nonostante la oramai conclamata inesistenza del contributo pubblico, sta rilevando una crescente presenza di turisti anche stranieri, proprio per la bellezza del proprio borgo e grazie all’impegno ammirevole di molti imprenditori che hanno avviato una serie di attività come B&B, alberghi, ristoranti e bar di qualità per presentare la città al meglio al crescente numero di turisti. Occasione che rappresenta forse una delle uniche due possibilità di sviluppo della Città, assieme alla produzione del rinomato vino.
A bacchettare le Amministrazioni Commissariali e con loro naturalmente anche tutti i manduriani sono i possibili fruitori, quei visitatori invitati dalle campagne di promozione del territorio ma di fatto respinti da questa città paralizzata.
L’auspicio è che questo esposto possa generare qualche “risveglio” e soprattutto qualche riapertura:
“Riteniamo come Rete Civica che esprimere il proprio apprezzamento o, come in questo caso, la propria indignazione di fronte a tale degrado, rappresenti – conclude Luigi Del Prete – uno snodo importante a favore della crescita di un territorio, sempre che vi siano, come siamo sicuri sia questo il caso, Istituzioni a ciò preposte capaci della necessaria sensibilità ed intelligenza per porre rimedio a questo che, senza mezzi termini, non può che essere definito SCANDALOSO.”