Per Manduria Migliore occorre “ripensare” la Fiera Pessima
All’indomani della seduta andata deserta e mentre si discute se organizzare o meno una fiera “raffazzonata” pur di non saltare l’appuntamento, Manduria Migliore pone una riflessione sul presente e soprattutto sul futuro della Fiera Pessima.
“Le travagliate vicissitudini degli ultimi anni relative all’organizzazione della Fiera Pessima devono spingere tutti coloro che si interessano al futuro di questa Città ad una seria riflessione, da vari punti di vista.
Sarebbe particolarmente facile prendersela con la passata Amministrazione eletta e con le seguenti Amministrazioni Commissariali e chiudere così una questione molto, molto più complessa. Se è sicuramente vero infatti che nessun ambito della pubblica amministrazione può prescindere dalle capacità e dalle volontà di chi guida i vari settori e di chi ha la responsabilità di coordinarli, dobbiamo a nostro parere concentrarci su un aspetto fondamentale, vera causa primaria del mancato svolgimento della manifestazione lo scorso anno, del rischio che ciò si verifichi anche nel 2019, ma anche della sempre faticosa realizzazione negli anni in cui la Fiera Pessima è riuscita a tenersi. Le gare per l’appalto dell’organizzazione infatti vanno spesso deserte, come nell’ultimo caso, o con una sola offerta poi rivelatasi invalida come nel caso precedente che ha poi generato i problemi ed i ritardi successivi. E’ questo infatti a nostro avviso il vero bandolo della matassa che non può essere liquidato con una superficiale, oltre che comoda, accusa a chi ha in questo o quel momento la responsabilità di amministrare, ma necessità di serio approfondimento.
Perché gli imprenditori trovano poco conveniente organizzare una manifestazione centenaria che garantisce un ragguardevole flusso di visitatori?
Si tratta delle condizioni economiche poco favorevoli o c’è altro?
Sappiamo che in passato alcune aziende hanno denunciato “pressioni” da non meglio identificati soggetti al fine di ritirare o non presentare un’offerta , cosa questa che non fa onore al territorio, ma la cui gestione è demandata alle forze dell’ordine ed alla magistratura in cui abbiamo la massima fiducia.
Crediamo quindi che ciò su cui è opportuno oltre che utile concentrarsi per chi si interessa alla cosa pubblica e per tutti i cittadini sia l’aspetto economico e sociale di questa importante manifestazione. Sicuramente il territorio trae indiscutibili vantaggi in termini di visibilità, giro economico e pubblicità in senso lato, ma per un’imprenditore è davvero conveniente organizzarla? E per un’espositore parteciparvi?
Crediamo che senza un’attento ripensamento dell’evento, come abbiamo mille volte detto rendendolo settoriale e specifico nel campo enogastronomico e turistico ad esempio, lavorando sul prestigio ed il marketing per far conoscere la manifestazione in Italia e nel mondo, creando una rete che integri accoglienza e servizi per i visitatori, sarà sempre più difficile che la nostra centenaria Fiera veda nuove edizioni.
C’è in sostanza la necessità, come in ogni ambito dell’azione amministrativa, di una attenta pianificazione e di una sana progettazione per far entrare finalmente la Fiera Pessima nel nuovo millennio ed assicurarle un futuro radioso almeno come il suo passato.
Occorre anche però che tutti noi cittadini smettiamo di lamentarci e ci rimbocchiamo finalmente le maniche, ognuno mettendo in campo le proprie competenze e capacità, per cominciare a ricostruire mattone dopo mattone un territorio che noi per primi, anche solo non impegnandoci in prima persona e delegando chi poi si è dimostrato incapace o disonesto, abbiamo contribuito a rovinare.
Prima ci sarà questa onesta assunzione di responsabilità da parte di tutti, prima potremo guardare la nostra Manduria e vederla diventare, finalmente, davvero Migliore.”