Manduria: L’assessore Mariggiò sulla riapertura della mensa scolastica: «Fa parte del piano educativo»

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Uno degli interrogativi più frequenti quando si parla di scuola riguarda la necessità o meno di garantire il servizio della refezione scolastica in tempo di COVID.

L’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Manduria Vito Andrea Mariggiò fa chiarezza sulla questione lasciando poi ai genitori la possibilità di valutare la scelta da fare per i propri figli.
 
Per alcuni genitori – spiega Mariggiò – la mensa esporrebbe i propri figli a un grosso pericolo per l’incolumità della loro salute, in quanto verrebbero meno le condizioni di sicurezza necessarie a prevenire il contagio da COVID.
 
Le famiglie, pertanto, hanno avanzato delle richieste, quali l’abolizione del tempo pieno, in cui si inquadra la fase della refezione, oppure la chiusura della sola mensa scolastica con il mantenimento della didattica nelle ore pomeridiane (quindi i genitori prenderebbero i loro figli per la pausa pranzo e li riporterebbero a scuola).
 
Va precisato che né l’uno né l’altro caso sono contemplati nelle recenti direttive ministeriali o regionali che a tutt’oggi regolamentano la vita scolastica.
 
Il documento del Comitato Tecnico Scientifico del 28 maggio 2020 che disciplina la riapertura delle scuole per l’a.s. 2020/2021 afferma che “Il consumo del pasto a scuola rappresenta un momento di fondamentale importanza sia da un punto di vista educativo, per l’acquisizione di corrette abitudini alimentari, che sanitario in quanto rappresenta un pasto sano ed equilibrato.
 
È pertanto fondamentale preservare il consumo del pasto a scuola garantendo tuttavia soluzioni organizzative che assicurino il distanziamento”. Tale principio viene ripetuto nel Piano Scuola 2020-2021 del 26/06/2020, ove si insiste sul fatto che la refezione scolastica deve essere “garantita in modo sostanziale per tutti gli aventi diritto, seppure con soluzioni organizzative differenti per ciascuna scuola”.
 
Premesso pertanto che la mensa non può intendersi semplicisticamente come un momento di pausa per il consumo del pasto ma come parte integrante di un piano educativo, il suo mantenimento garantisce il rispetto del diritto allo studio, in quelle modalità che le famiglie scelgono ad inizio anno (tempo normale o tempo pieno).
 
In sintesi, la refezione scolastica si inquadra negli obblighi della scuola chiamata a garantire il diritto allo studio nelle condizioni di massima sicurezza.
 
I genitori che considerano la scuola un luogo non sicuro potranno scegliere la didattica a distanza, unica soluzione alternativa a quella in presenza. Diversamente, chi sceglie di mandare i propri figli a scuola, lo fa nella consapevolezza che l’istituzione scolastica abbia adottato tutte le misure necessarie alla prevenzione e al contenimento del contagio in tutte le fasi dell’erogazione dei servizi didattico-educativi.»