Manduria Lab: I litigi della maggioranza non devono paralizzare la città

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E’ passato un anno intero da quando la cittadinanza si è recata alle urne nel desiderio di una “politica” in città.  Ma lo scenario presentatoci in queste settimane è ben lontano dai buoni propositi tanto sbandierati in campagna elettorale.

E’ quanto afferma in una nota Manduria Lab laboratorio politico progressista intervenendo sulla crisi che sta interessando il governo della città

Il dibattito quotidiano degli amministratori e traslato nella comunità manduriana, anziché riguardare temi come l’ambiente, la scuola, i tributi, i rifiuti e il turismo,  verte esclusivamente su concetti di  “competenze svendute“, ignoranza e odio come detonatori sociali, offese gratuite, minacce inconcludenti,  giochi di poltrone;  tutto il contrario di quello che la cittadinanza si aspettava  dalla politica, soprattutto in una Città che da troppo tempo auspicava  stabilità, riscatto sociale, l’evoluzione verso la “democrazia partecipata”.

E invece, ci ritroviamo solo “stallo”. Le parti sociali ormai interessate da un conflitto irrisolto sono numericamente evidenti, le persone che reclamano un diritto a cui chi amministra non riesce a rispondere serenamente, non possiamo e non dobbiamo nascondercelo, sono sempre di più.

Un presente disordinato e soffocante, nulla o quasi sul futuro, disillusa la tanto ambita rinascita, il più volte espresso desiderio di una comunità che avesse potuto rigenerare fiducia ed ottimismo.

Questo stallo non è indolore, genera solo tanta frustrazione, esasperazione degli animi e delle posizioni, danni economici e costi sommersi.
In questa condizione Manduria sta sacrificando un futuro non solo ambientalmente ma anche socialmente sostenibile.

Manduria Lab sollecita pertanto ad uscire da questo immobilismo: “Reclamiamo con urgenza soluzioni, decisioni e chiarezza, reclamiamo un processo vivo, una politica autentica negli atti e nei contenuti.
Reclamiamo contezza di ciò che ci aspetta, perché il reale vincolo di mandato tanto discusso cos’è realmente se non l’interesse generale per il bene comune e, in quanto amministratore, il dichiarare pubblicamente e consapevolmente il proprio modo di agire in questo senso.

Non ci basta e non ci gratifica – conclude la nota – sapere che chi ha il dovere di amministrare, si raduni e discuta per ore di cariche, deleghe ed assessorati che per la città e per il benessere della stessa hanno incidenza pari a 0.