Manduria: contrasto al randagismo e ai canili, la nostra proposta.

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La vicenda canile a Manduria fa discutere da anni. In questi giorni si stanno “registrando le nuove puntate della telenovela in relazione, questa volta, al “trasferimento dal canile comunale di circa 200 unità, che vede contrapposte associazioni animaliste, volontari che gestiscono l’attuale struttura comunale, gestori di strutture private, la Pubblica Amministrazione rappresentata da Amministrazione Comunale, dirigenti tecnici, polizia locale, ma anche dirigenti della Regione, veterinari e dirigenti della Asl, comprese le Forze dell’Ordine (Carabinieri, Dirigenti del Commissariato, Polizia Provinciale, Corpo forestale). Un grande dispendio di forze e di energie, considerate le ore di lavoro perse ad aspettare una soluzione che poteva essere trovata con il buon senso. Non ci appassiona la posizione di quelli che sostengono il canile pubblico né di quelli che parteggiano per il canile privato, anche se a cinque stelle. E’ girando tra le celle di questi animali, riteniamo tenuti in buone condizioni, che viene in mente la soluzione. I canili non devono esistere. Sono gli stessi animali che te lo chiedono con la loro voglia di contatto, il semplice scodinzolare, il tentativo di superare a forza con il muso la rete che li separa dal mondo esterno, la voglia di attirare l’attenzione per catturare la simpatia e magari farsi adottare per dare e ricevere amore in una famiglia. Per molti questo resterà solo un sogno se dietro al problema randagismo continueranno a ruotare interessi economici. Lo hanno scritto anche su uno striscione lasciato sul cancello del canile: “No al business sui cani”. Ma in questa vicenda non ci sono buoni o cattivi. Dietro alle “procedure”, a volte forzate, dietro ai rinvii, alle lettere, alle ordinanze, ai ricorsi, alle denunce c’è un “braccio di ferro” che mette KO prima una, poi l’altra parte, ma ci si dimentica degli esseri viventi in “palio” ovvero dei cani: per loro è una guerra persa in partenza. La politica, se vuole essere ancora utile alla comunità, non deve mettere in campo le proprie energie per sostenere gli interessi di una parte o dell’altra; la politica ha l’obbligo di cercare la migliore soluzione possibile ai problemi, anche in maniera definitiva, pensando soprattutto agli effetti sui destinatari in questo caso dei cani. Tutti ne sono consapevoli. Per limitare il problema randagismo è possibile perseguire due strade: una seria campagna di adozioni ed una seria operazione di sterilizzazione gratuita, da allargare anche ai cani privati e non solo ai randagi. Per quanto riguarda la campagna di adozione potrebbe essere incentivata con una sorta di retta giornaliera che il comune anziché pagare al canile pagherebbe alla famiglia che adotta il cane.
La soluzione che proponiamo non è nuova. E’ già stata sperimentata a Manduria in passato con successo. La formula era sicuramente quella giusta. Poi però probabilmente qualcosa non ha funzionato. Qualcuno potrebbe aver “sabotato” questa idea favorendo politicamente il business dei canili. Si deve avere il coraggio di ammettere se qualcuno in passato ha avuto una buona idea e portarla avanti anche se cambiano le persone e il colore politico del governo in carica. La Buona politica deve riprendere quel progetto, migliorarlo, attuarne un regolamento preciso dando ad ogni famiglia la possibilità di adottare un solo cane, massimo due se gli spazi a sua disposizione lo consentono e ricevere in cambio lo stesso incentivo che si darebbe al canile. I volontari potrebbero svolgere la loro “opera” meritoria andando a controllare di tanto in tanto il cane dato in adozione.
I canili invece potrebbero essere trasformati in strutture dove poter curare i cani malati giusto il tempo necessario per provvedere alle cure.
Quanti hanno a cuore le sorti degli animali nei fatti e non a parole dovrebbero condividere subito questa proposta. Se gli amministratori di questa città, ma il discorso può essere ampliato anche in altre realtà vicine, se davvero volessero risolvere il problema randagismo dimostrando di non “tenere” al business dovrebbero attuare a partire da domattina questa iniziativa anche prima dell’ennesima ordinanza di deportazione.

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