Manduria omaggia Pietro Guida: saranno inaugurate due opere del celebre scultore

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Il Comune di Manduria rende omaggio ad uno degli interpreti dell’arte contemporanea italiana, Pietro Guida, con l’inaugurazione ufficiale di due significative sculture in ferro realizzate nel primo quinquennio degli anni settanta, che saranno collocate nel piazzale antistante la sede comunale a partire da mercoledì 8 luglio 2025 alle ore 18.30.Le opere, eseguite su commissione dell’artista pochi giorni prima della sua scomparsa, sono state realizzate con grande maestria artigianale presso la Carpenteria in ferro dei fratelli Riccardi S.r.l. di Manduria, storica officina locale con cui Guida aveva instaurato un rapporto di fiducia e collaborazione.
L’evento sarà introdotto dal Sindaco Dott. Gregorio Pecoraro e dal Vicesindaco Dott. Michele Matino, alla presenza di assessori, funzionari comunali e dei figli dell’artista, Peppe e Luisa.
Interverranno inoltre il Prof. Lorenzo Madaro, curatore e docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di BB. AA. Di Brera, e il Dott. Luigi De Luca, Direttore del Museo “Castromediano” di Lecce e Coordinatore dei Poli Biblio – Museali di Puglia, figure di rilievo nel panorama culturale e istituzionale della regione.
Con questa iniziativa, l’Amministrazione comunale intende riconoscere pubblicamente la valenza artistica dello scultore, artista che ha segnato il panorama artistico nazionale, e riaffermare il proprio impegno nella valorizzazione del patrimonio culturale della città. 

 

OPERE DELLO SCULTORE:
STRUTTURA
L’opera intitolata “Struttura” ideata nel 1974, nella sua prima versione, fu realizzata nei cantieri Italsider di Taranto ed esposta nel circolo culturale aziendale Masseria Vaccarella nello stesso anno, è stata in mostra a Gubbio l’anno successivo, nel 1975, in occasione della VIII biennale d’Arte del Metallo e a Bari nel 1976 all’interno di Expo Arte, Fiera internazionale di arte contemporanea, a Lecce nel 2008, nei chiostri del convento dei Teatini, in occasione della mostra antologica “Pietro Guida – OPERE 1945 – 2008” curata da Massimo Guastella per l’Università del Salento e nel 2018 per la mostra personale al museo Castromediano “Pietro Guida – Opere costruite 1960 – 1975” curata da Lorenzo Madaro e Brizia Minerva dedicata agli anni dal ‘60 al ‘75 periodo in cui l’artista ha voluto sperimentare un diverso modo di fare arte. Questa “struttura” testimonia l’importante esperienza artistica di questo territorio che coincise in quel periodo con la presenza dell’allora più importante produzione mondiale di acciaio da parte dello stato, l’Italsider di Taranto, che pur avendo apportato un forte contributo economico all’intera area geografica si è dimostrata, poi, essere dannosa per la salute e che, nel tempo, ha subito gli effetti della privatizzazione. La sperimentazione che portò Pietro Guida a cimentarsi con la narrazione astratta attraverso, soprattutto, l’uso del ferro, ma non solo, non lo distolse dalla Figurazione testimoniata dalle coeve, tante realizzazioni, soprattutto di Arte Sacra, presenti in chiese e monasteri in Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio, Toscana. A Manduria nel convento dei Padri Passionisti sono conservate alcune di queste sue realizzazioni, una per tutte, il grande monumento in bronzo raffigurante San Paolo della Croce.

 

OPERA COSTRUITA
Così l’artista volle denominare una delle sue ultime creazioni del genere astratto, l’opera porta con sé una storia particolare, essa è il risultato della continua sperimentazione ed elaborazione che ogni artista dovrebbe fare nella continua ricerca della migliore comunicazione attraverso un progetto ideativo. Quando nel 1975 fu invitato a partecipare alla VIII edizione della Biennale d’Arte del Metallo a Gubbio, Pietro Guida interviene con diverse opere, ma già durante l’evento una delle sue opere più grandi non lo soddisfa, si trattava, molto sommariamente, di un grande tubo riavvolto su se stesso, all’indomani del rientro delle sculture nel suo studio distrugge l’intero apparato, oggi diremmo che lo destruttura, dando vita ad un opera più consona alla sua ricerca, con alcuni pezzi rimanenti darà vita ad una nuova creazione, che con pareidolia potremmo descrivere come una sorta di ventaglio con stecche ricurve. Il frutto di questa rielaborazione sarà esposto, nella sua prima originaria versione, a Taranto in mostra collettiva “Uno spazio per l’Arte” 1975 presso la “Masseria Vaccarella” sede del circolo culturale Italsider, successivamente nel 1976, con altre opere, a ExpoArte Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea, a Bari, e successivamente in mostre personali a Roma e Lecce.