Manduria Calcio, due giorni di colloqui ma la trattativa è bloccata: la situazione

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Sono giorni intensi che hanno prodotto una serie di dialoghi tra le parti, al momento manca l’intesa e bisogna decodificare i silenzi per dare forma alla situazione. (Foto di Giorgia Cannella).

La trattativa c’è, esiste, è viva, ma stenta a decollare. Ci sono stati due incontri consecutivi nelle giornate di mercoledì e giovedì a palazzo di città alla presenza del sindaco Gregorio Pecoraro. Le parti si sono nuovamente riaggiornate per cercare un punto di incontro tra Tommaso Greco, noto imprenditore interessato alle sorti del Manduria Calcio, e Giuseppe Vinci, presidente in carica della compagine biancoverde.

Sul tavolo idee e condizioni di Greco con la mediazione del primo cittadino, chiamato al difficile ruolo di legare e tutelare gli interessi della comunità. Non ci sono manifestazioni pubbliche, tutti gli attori della vicenda hanno scelto la via del silenzio, in attesa di trovare un accordo su tutta la linea. La trattativa vive una forte fase di stallo, Vinci ha preso tempo per riflettere ed eventualmente rimodulare i principi su cui verte la prima proposta.

Nel pieno rispetto del gioco delle parti, i giorni continuano a scorrere inesorabilmente, a discapito di una programmazione chiara e lungimirante. Ogni situazione inerente agli aspetti prettamente tecnici resta obbligatoriamente congelata. I tifosi sui social chiedono chiarezza e opportune rassicurazioni, in attesa di riscontri utili per tracciare una linea sul futuro.

Mentre a Brindisi parlano e sembrano in procinto di cambiare proprietà, a Barletta presentano in conferenza stampa il nuovo azionista di maggioranza, a Manduria bisogna decodificare i messaggi del silenzio da fine aprile alla metà di giugno. Trasparenza e senso di responsabilità, la squadra ha un seguito enorme da parte della città che vive empaticamente il momento di impasse. Dal punto di vista mediatico le parole pesano e i silenzi amplificano i dubbi, di certo nell’interesse di tutti non si può gestire la vicenda come la mera compravendita di un minimarket.

Mario Lorenzo Passiatore