Manduria. Azzurro Ionio: Strumentale il binomio “depuratore=bandiera blu”

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Le spiagge di Manduria non sono ancora pronte a ricevere la bandiera blu,  il  riconoscimento conferito alle località costiere europee che soddisfano criteri di qualità relativi a parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto, tenendo in considerazione ad esempio la pulizia delle spiagge e gli approdi turistici.

Il dibattito seguito alla constatazione che anche quest’anno il nostro territorio non risponde a tali requisiti ha riportato l’attenzione sul depuratore Sava-Manduria impianto da anni oggetto di  contestazioni circa, soprattutto, il recapito finale del troppo pieno.
E c’è chi ha invitato a riflettere quanti finora hanno osteggiato la sua realizzazione ribadendo la necessità che entri subito in funzione.
 
Diverso il parere dell’Avv. Francesco Di Lauro dell’associazione Azzurro Ionio che, in proposito, precisa:
 
1) L’impianto di Urmo non tratterà (almeno fino al 2038) gli scarichi delle Marine di Manduria, come attestato in relazione al progetto dalla stessa AQP;
Azzurro Ionio afferma, da anni, che l’impianto di  Urmo nasce, da un lato, inutilmente enorme. Non ha alcun senso dotare due importanti, distanti ed autonomi agglomerati (Sava e Manduria) di un unico, mega impianto.
Dall’altro, quando mai dovessero confluirvi le acque reflue delle Marine di Manduria (previsioni anno 2038 !), l’impianto sarà del tutto sottodimensionato rispetto alle esigenze.
 
2) La bandiera blu è riconosciuta sulla base di 33 (trentatre) diversi criteri. Tra questi non è previsto che ci debba essere un impianto di depurazione.
Peraltro, le Marine non vedranno trattate le acque per molti anni ancora.
 
3) La bandiera blu e’ stata di recente conferita al Comune di Maruggio, che tratta solo in piccola parte i reflui della marina e, soprattutto, ha un impianto poco invasivo dimensionato alle proprie necessità, non un megaimpianto come Urmu.
 
Giusto per ricondurre nell’alveo della correttezza certe dichiarazioni assolutamente strumentali circa il binomio ‘depuratore=bandiera blu’, molti comuni hanno poi perso questo riconoscimento pur avendo i depuratori, anzi, proprio in una di queste ‘bandiere blu’, Carovigno, e proprio in queste ore, sono stati rinviati a giudizio dalla Procura di Brindisi molti responsabili di AQP per aver gravemente alterato l’oasi marina di Torre Guaceto con gli sversamenti del depuratore ‘modello ’ di Francavilla Fontana.
Occorrerà inoltre invitare l’ autore delle dichiarazioni bandiera blu, tra essi potrà scorgere anche ‘la mancanza di scarico di reflui in mare’ (fonte: Puglia.in.net)
 
E’ incredibile: è stato costruito un impianto a Urmo, prima ancora di sapere dove finirà
​l’acqua depurata (diventerà un’altra cattedrale nel deserto?), cioè senza autorizzazione allo scarico. E per di più l’impianto previsto non servirà ancora (per interi lustri ) le Marine di Manduria.
Il buon senso, merce rara, avrebbe voluto il contrario. Questa si può definire come la “politica del fatto compiuto”: prima costruisco un impianto, poi autorizzo tutto il resto, anche a costi ambientali, di gestione e manutenzione altissimi (a carico degli utenti).
Azzurro Ionio dice sì alla depurazione delle acque, ma fatta responsabilmente, a costi
sostenibili e nel rispetto dell’ambiente: territorio e mare.