Infezione da Xylella: da cittadini e associazioni no a distruzione ulivi.

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Associazioni ambientaliste e cittadini respingono ogni ipotesi di soluzioni estreme al disseccamento degli ulivi salentini come la distruzione delle piante o pesanti interventi chimici per bloccare la diffusione del batterio killer Xylella Fastidiosa.

Maurizio Manna, direttore regionale Legambiente Puglia, non ha dubbi: gli ulivi effettivamente sono malati e mostrano segni di sofferenza da due anni, ma prima di arrivare a una drastica asportazione degli ulivi o a pesanti interventi chimici bisogna capire le cause. “Notiamo che il fenomeno ha colpito un’area precisa, la zona sud di Gallipoli, pensiamo quindi che possa essere collegato alle condizioni di quella zona, come la qualità dell’acqua – afferma Manna – “prima di arrivare a soluzioni drastiche bisogna capire se la pianta è in grado di riprendersi con metodi tradizionali come la potatura estrema, alla quale stanno ricorrendo già diversi agricoltori, e valutare se la malattia non sia da attribuirsi al fatto che la Xylella ha agito su piante già indebolite ad esempio per un problema di inquinamento dell’acqua o per altri motivi”. Per questo, Legambiente chiede “analisi sistematiche delle falde. Abbiamo preparato un documento che presenteremo alla Regione perché avvii subito le prime analisi sulle acque o su eventuali accumuli di sostanze chimiche in un alveo. Solo scartate queste due possibilità si può pensare a cure particolari per la Xylella”.

All’ipotesi di distruzione delle piante è contraria anche Forum Ambiente, associazione che raccoglie comitati cittadini locali e che ritiene che sulla Xylella è stato fatto un “terrorismo mediatico”, una “psicosi indotta” che nasconderebbe interessi diversi e poco chiari. Quelli “delle multinazionali degli Ogm e della chimica che potrebbero entrare in gioco con varietà resistenti ai patogeni – spiega Oreste Caroppo del Coordinamento Civico – e quelli delle centrali a biomasse” che troverebbero così una miniera di materia prima da utilizzare a basso costo. “Temiamo le speculazioni, chiediamo a tutti i soggetti coinvolti di fermarsi e studiare bene il caso”, aggiunge Caroppo che mette in discussione le ragioni dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia. “Gli ulivi dati per morti con certezza, oggi stanno germogliando e mostrano segnali di vitalità”. Ad oggi, per Forum Ambiente, l’allarme riguarda un’area tra gli 8.000 ai 10.000 ettari e ad essere a rischio sarebbero fino a 600.000 alberi d’olivo. L’invito è “a considerare e studiare il fenomeno sotto molteplici aspetti, considerando l’effetto dello stress idrico estivo, particolarmente prolungato, e altri fattori chimico-fisici, riguardanti falde, aria, suoli, inquinamento, pratiche insane svolte in taluni oliveti, avvelenati dalla agrochimica, per capire i motivi di disseccamento di alcuni rami, o di indebolimento immunitario degli alberi”.
ulivo