IMU: Coldiretti Taranto chiede l’esenzione per 3mila aziende agricole.

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“I nostri imprenditori hanno bisogno di un segnale tangibile e allo stesso tempo coraggioso di attenzione. Per questo chiediamo alle amministrazioni comunali della provincia di Taranto di esonerare dal versamento dell’IMU sui terreni agricoli e sui beni strumentali – senza eccezione di parametri ISTAT o altimetrici – chi di agricoltura vive e lavora con grande sacrificio e abnegazione, svolgendo un’attività da cui trae beneficio indiretto l’intero territorio”. E’ quanto il Presidente della Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo, ha chiesto inviando una lettera a tutti i Sindaci della provincia di Taranto, in merito alla delicata vicenda dell’IMU.

“Si tratta di numeri irrisori di esonero – precisa conti alla mano il Direttore di Coldiretti Taranto, Aldo De Sario – esattamente di 2961 aziende CD e IAP iscritti all’INPS nell’intera Provincia e, quindi, ancor più irrilevanti se analizzati comune per comune. Del resto ogni amministrazione comunale ha di fatto totale autonomia decisionale sia in merito all’esenzione che all’eventuale non applicazione di sanzioni e interessi per i pagamenti eseguiti successivamente al dieci febbraio 2015 purché effettuati entro sessanta giorni dalla pubblicazione in G.U. del D.L. del 23.01.2015”.

“Qualora non fosse possibile escludere totalmente i Coltivatori Diretti e gli Imprenditori Agricoli – si legge ancora nella lettera di Coldiretti Taranto – ci appelliamo al vostro buon senso di amministratori affinché venga concessa l’applicazione dell’aliquota più bassa, che è pari al 4,6 per mille, al fine di non aumentare ulteriormente i danni a carico delle aziende agricole”.

Intanto, è stato abbandonato il precedente ed assurdo criterio “altimetrico” introdotto dal decreto del Novembre 2014, per il quale l’altitudine del Comune era quella misurata in corrispondenza dell’ubicazione della sede Municipio, quindi senza tener conto dell’effettiva orografia del territorio.
Come è noto l’esenzione totale dall’IMU era limitata ai soli Comuni con altitudine superiore ai 600 metri sui livelli del mare, mentre in presenza di un’altitudine compresa fra i 281 e i 600 metri l’esclusione era limitata ai coltivatori diretti iscritti alla previdenza agricola e gli imprenditori agricoli professionali. L’irragionevolezza della norma era nel fatto che l’altitudine del Comune era misurata facendo riferimento alla “Casa Comunale”.

Agricoltura