Ilva. Prosegue la ricerca del tesoro dei Riva: sequestrati beni per 1 mld.

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Taranto – Beni mobili e immobili, disponibilità finanziarie e conti correnti del valore di oltre un milione di euro sono finiti sotto sequestro nelle ultime ore ad opera dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Taranto. Si tratta di beni di proprietà di Riva Fire e Ilva Spa, società nei confronti delle quali il gip del Tribunale del capoluogo jonico Patrizia Todisco, il 22 maggio scorso, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per la somma complessiva di 8 miliardi e 100 milioni di euro, importo commisurato al vantaggio economico goduto dal gruppo industriale, derivante dalla mancata messa in opera delle strutture e degli interventi necessari alla ambientalizzazione dell’azienda siderurgica tarantina.
Il provvedimento, scaturito dall’indagine complessiva sulla gestione dello stabilimento siderurgico jonico, relativa in particolare alle questione dell’inquinamento ambientale, mira a preservare il patrimonio dei Riva ed assicurare i fondi necessari a riparare i gravi danni ambientali causati alla città, ma non riguarda la fabbrica di Taranto, la cui produzione e attività sono salvaguardate dalla legge 231 dello scorso dicembre.
Finora erano stati scovati e sequestrati beni per circa 1 miliardo e 200 milioni. Il nuovo provvedimento ha esteso il decreto di sequestro nei confronti delle società ‘Riva Fire’, ‘Riva Forni Elettrici’ e ‘Ilva’, tutte con sede a Milano. Tale ‘estensione’, in pratica, ha riguardato 13 tra società controllate, collegate o comunque sottoposte all’influenza dominante di quelle principali e oggetto del primo sequestro. Le attività sono state eseguite principalmente nelle sedi di di Milano e di Taranto ma hanno interessato anche le città di Roma, Genova, Cagliari, Modena, Parma, Reggio Emilia, Sondrio, Varese, Potenza, Bolzano, Savona, Bergamo, Brescia, Verona, Napoli, Salerno, Bari, Vercelli, Como, Massa Carrara, Lecco, Cuneo. In particolare sono state interessate nove societa’ controllate, in via diretta e indiretta in forma dominante, da Ilva Spa, tre societa’ controllate in via diretta, in forma dominante, da Riva Forni Elettrici Spa, da una societa’ controllata mediante influenza dominante da Riva Fire Spa.
Al termine di questa fase sono stati sequestrati beni immobili oltre 456 milioni di euro, disponibilita’ finanziarie per oltre 45 milioni di euro, azioni e quote societarie per per circa 415 milioni di euro. Sono stati, inoltre, sequestrati un centinaio di automezzi, il cui valore complessivo e’ ancora in corso di quantificazione.

“Chiediamo che tutti i beni sequestrati nell’indagine sull’Ilva vadano a costituire un fondo per Taranto, che dopo i processi possa essere utilizzato per la salute, le bonifiche ed il lavoro dei tarantini che hanno il sacrosanto diritto ad un futuro migliore”. Lo dichiara il presidente dei Verdi Angelo Bonelli il quale aggiunge – “La magistratura sta restituendo la speranza a Taranto una città abbandonata dalla politica che si è girata dall’altra parte e che ha si è lavata le mani concedendo un’Aia che non risolverà i gravissimi problemi di salute. E’ ormai evidente – conclude Bonelli – che Taranto è difesa dalla magistratura e dai suoi cittadini che continuano a credere in un futuro libero dalla diossina e dall’inquinamento”.

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