ILVA: M5S critico su metodo e nel merito delle nuove norme del decreto 91 per il siderurgico

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Il Governo ha posto la questione di fiducia al Senato sul decreto legge 91, in cui, nella notte tra il 21 e il 22 luglio, aveva presentato il maxiemendamento relativo all’Ilva. Il Movimento 5 Stelle aveva risposto immediatamente chiedendo di non prorogare ancora la tutela della salute dei cittadini e proponendo la riconversione delle attività, la bonifica del territorio con i soldi di Ilva e la riqualificazione professionale del personale per garantire un reddito dignitoso ai lavoratori. Ma la questione di fiducia, posta dal Governo Renzi, ha interrotto la discussione e ogni possibilità di modifica: incluse le nuove norme che riguardano l’Ilva di Taranto.

“Ciò nonostante, meno di due settimane fa, fosse stato presentato ancora una volta un altro decreto ad hoc, simile nel contenuto, per lo stabilimento siderurgico – dichiara il deputato Diego De Lorenzis (M5S) – Sul testo del decreto 91, il Governo non solo ha bocciato le proposte del M5S a difesa dei cittadini e del loro futuro, ma impedisce qualunque confronto democratico, come sta avvenendo anche sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale. È incredibile che un provvedimento che riguarda un argomento così importante come l’Ilva venga inserito nel corso di una notte. Ed a poche ore dalla scadenza per la presentazione di modifiche, senza alcun dibattito pubblico, durante la conversione di un decreto estraneo alla materia, nonostante un altro decreto (il sesto per Ilva in meno di due anni), che contiene analoghi provvedimenti del maxiemendamento, sia stato emanato solo qualche giorno prima – prosegue il deputato salentino 5 Stelle – A questo si aggiunge la beffa di un decreto praticamente blindato che non viene discusso in Aula. Il Governo continua a navigare a vista, disattende e proroga le altre norme che il medesimo Esecutivo ha approvato con i decreti precedenti, come quello che prevedeva che entro il luglio del 2013, l’Italia si dotasse di una strategia nazionale per la filiera produttiva dell’acciaio”.

Ma le critiche dei 5 Stelle non si focalizzano solamente nel metodo scelto dal Governo per l’approvazione delle nuove norme. “Nel merito del maxiemendamento, riteniamo scorretto rendere prededucibili finanziamenti per un’unica azienda rispetto alle altre – continua De Lorenzis (M5S) – anche perché saranno proprio le banche le prime a godere di eventuali utili dell’azienda. Per questo, abbiamo provato a modificare e migliorare un testo che, per l’ennesima una volta, favorisce unicamente una sola azienda e ignora sia i cittadini di Taranto che i lavoratori dello stabilimento”. Obiettivo: riconversione dello stabilimento in attività non inquinanti con il contributo delle amministrazioni interessate e delle associazioni, salvaguardando il reddito dei lavoratori e la loro formazione professionale, ribadendo il principio europeo di giustizia “chi inquina paga” prevedendo la bonifica, a spese dell’Ilva, dei territori inquinati, che hanno subito danni legati all’attività dello stabilimento.

“Per quanto riguarda la realizzazione del piano ambientale e gli interventi dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, il Governo continua a prorogare e a derogare, come testimoniato anche dal direttore dell’ARPA Puglia, dott. Assennato – prosegue De Lorenzis (M5S) – Su questo argomento abbiamo presentato emendamenti volti ad accorciare i tempi di attuazione, in modo da limitare gli effetti negativi per i territori interessati e per costringere l’azienda ad attuare il prima possibile le prescrizioni che Ilva continua ripetutamente a disattendere, come dimostrato dalle ispezioni dell’Ispra. Il Governo, con l’appoggio di una maggioranza trasversale, da un lato prova a smantellare la Costituzione e dall’altro dimostra ulteriormente che il suo interesse è legato unicamente alle imprese che la infrangono: evidentemente ciò che è urgente, cioè la tutela dei cittadini, dei lavoratori, della loro salute, del lavoro e dell’ambiente – conclude il deputato M5S – non è al centro dell’agenda dell’Esecutivo con a capo Renzi”.

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