Ilva. Incidente nel reparto Agglomerato: muore un operaio. Indetto uno sciopero immediato.

Condividi

Nuovo incidente mortale questa mattina all’Ilva di Taranto. La vittima è Cosimo Martucci, 49 anni, di Massafra (TA). L’uomo, operaio della ditta d’appalto Pitrelli

, è morto in seguito ad un incidente nel reparto Agglomerato dello stabilimento pugliese schiacciato da un tubo di acciaio durante l’operazione di scarico da un autotreno.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri e il personale dello Spesal (Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’Azienda sanitaria locale per raccogliere le informazioni necessarie a stabilire le cause dell’incidente e chiarire eventuali responsabilità. Sul luogo dell’incidente si è recato anche il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio. Poco prima delle 13 è stato disposto il sequestro dell’area ed è stato aperto un fascicolo d’inchiesta sull’accaduto.

Le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo sciopero immediato degli operai dell’Ilva e delle ditte appaltatrici fino alle 7 di domani.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia, esprime “il cordoglio e la vicinanza del sindacato alla famiglia di Cosimo Martucci” e “pienamente” lo sciopero indetto dai sindacati fino alla giornata di domani”. “E’ il secondo incidente che si verifica nel 2015 nell’impianto siderurgico di Taranto: la sicurezza sul lavoro – ha detto Pugliese – non può essere un optional, ma deve rappresentare la priorità assoluta. Troppe morti ha visto Taranto a causa, diretta e indiretta, dell’attività dell’Ilva. E’ giunto il momento di dire basta, di trovare soluzioni concrete per coniugare, finalmente, lavoro, sicurezza e rispetto degli uomini e dell’ambiente, cosa che del resto dovrebbe essere scontata e naturale”. “Quanto sta accadendo all’Ilva – ha aggiunto – è inaccettabile, non si può morire così sul posto di lavoro o a causa del proprio lavoro. Il lavoro dovrebbe essere fonte di vita, non di morte. Invece Taranto e l’Ilva si stanno trasformando in luoghi di sofferenza costante e quotidiana”.
“Le istituzioni – chiosa il Segretario regionale della UIL – non possono più permettersi di perdersi in battibecchi che lasciano il tempo che trovano. Occorre, quanto prima, dar vita a una gestione efficace, trasparente e lungimirante, che restituisca dignità al lavoro e all’Ilva un ruolo da protagonista nel mercato, ma nel rispetto dell’ambiente e dei cittadini di Taranto e della provincia, partendo dalla messa in sicurezza e ambientalizzazione degli impianti e dalle bonifiche dei territori, azioni che vanno messe in campo in tempi brevi, con investimenti certi”.

Cordoglio e vicinanza alla famiglia di Cosimo Martucci sono stati espressi anche da Cisl Puglia Basilicata e Cisl Taranto Brindisi.
“Ancora morti sul lavoro in un territorio già colpito da incidenti, nonostante la Regione Puglia si sia dotata di una Legge in materia di sicurezza sul lavoro scritta e presentata dal sindacato al Consiglio regionale. – si legge in una nota – Controlli e prevenzione devono essere sempre la base che regola le condizioni di sicurezza dei lavoratori, per evitare che questi drammi ci colpiscano impotenti”.

L’ANMIL Taranto (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) esprime ai familiari della vittima le più sentite condoglianze e la totale disponibilità nell’assisterli gratuitamente in futuro nello svolgimento delle pratiche presso l’INAIL.
Inoltre, se dovessero emergere responsabilità dell’ILVA o dell’azienda della quale la vittima era dipendente, l’ANMIL Taranto intende costituirsi parte civile nel relativo procedimento.
“Questa ennesima “morte bianca” all’interno dell’ILVA – scrive il presidente Emidio Deandri – potrebbe essere la tragica conferma di quanto l’ANMIL Taranto ha già sottolineato in occasione di altri incidenti. Nel mentre i commissari si barcamenano per garantire la mera sopravvivenza dell’ILVA, senza che il Governo abbia un progetto chiaro e definito sul futuro della siderurgia nazionale, la perdurante crisi finanziaria dell’ILVA, e conseguentemente dell’indotto, ha comportato una sensibile riduzione delle risorse destinate alle attività manutentive degli impianti nel siderurgico e delle dotazioni delle ditte appaltatrici, fattore che inevitabilmente ha abbassato drasticamente il livello di sicurezza sul lavoro degli operatori.
Più in generale, quando si svolgono lavori impegnativi in condizioni disagevoli, come quelli svolti spesso su grandi impianti industriali, bisogna avere la massima concentrazione e la mente sgombra da pensieri immanenti, come quelli sul futuro della propria famiglia, sulla possibilità di continuare a pagare il mutuo, di far proseguire al meglio gli studi ai figli.
Invece da troppo tempo i dipendenti dell’ILVA e dell’indotto assistono impotenti a un susseguirsi di notizie contrastanti che aumentano
l’incertezza sul proprio futuro lavorativo, con la tensione che aumenta di giorno in giorno.
Se non vogliamo che in futuro nel siderurgico tarantino ci siano ancora “morti bianche” e gravi incidenti invalidanti,- conclude il presidente di ANMIL Taranto – è necessario che il Governo si faccia carico della questione ILVA dando precise risposte a chi ogni giorno, salutando moglie e figli per andare al lavoro, non sa se tornerà più a casa”.

“Ennesima morte presso lo stabilimento Ilva di Taranto – ha affermato in merito all’incidente di questa mattina l’On. Vincenza Labriola, deputata di Taranto – che ripropone in maniera più tragica il problema della sicurezza sul posto di lavoro in Italia e in special modo in un’azienda già così vessata dai problemi ormai storici. Attendiamo come sempre fiduciosi il lavoro della magistratura competente, sperando che chiarisca in tempi celeri le dinamiche e gli scenari di un’altra atroce morte”. “Senza lasciarsi andare a logiche populistiche – ha proseguito la deputata tarantina del gruppo misto della Camera – aggiungerei che la nostra guerra a Taranto la combattiamo quotidianamente con tributi di morte e malattie che vanno ben oltre un attentato, quelle stesse morti che, purtroppo, non fanno più notizia”. “Nonostante i dati forniti recentemente dalla commissione straordinaria dell’Ilva – ha aggiunto l’On. Labriola – lascino supporre che negli ultimi tre anni l’indice d’infortuni sul lavoro sia diminuito, ciò ancora non è sufficiente per poter dire che siamo di fronte ad un’inversione di rotta. E’ assolutamente necessario che i riflettori delle Istituzioni e dei media tornino ad accendersi su un’azienda che è stata ed è ancora oggi vitale per l’economia della città di Taranto. Io, come parlamentare tarantina, non posso che promettere ai miei concittadini che finché siederò in Parlamento, cercherò di fare tutto il possibile affinché i problemi dell’Ilva non siano derubricati dal Governo”.