ILVA. Bentivogli (Cisl): “Guai depistare responsabilità, mettere subito in sicurezza i lavoratori”.

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La sicurezza sul lavoro è stata oggi l’argomento affrontato in due importanti incontri cui hanno preso parte i commissari dell’Ilva, dell’Ilva Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba.

Alle 14 erano alla Camera, alla commissione Attività produttive presieduta da Guglielmo Epifani (Pd) per un’ audizione inizialmente programmata per fare il punto sulla procedura di cessione in corso del gruppo Ilva.
Alle 18, sempre a Roma, hanno incontrato i sindacati metalmeccanici, per un confronto sollecitato dal Governo dopo l’incidente mortale di Taranto nel quale, sabato scorso, ha perso la vita Giacomo Campo, un operaio di 25 anni dipendente dell’impresa appaltatrice Steel service. Per questo incidente, che si è verificato nell’area esterna dell’Afo4 dello stabilimento jonico, 12 persone, tra rappresentanti dell’Ilva e della ditta dell’appalto per cui lavorava il giovane, risultano indagate dalla Procura di Taranto, con le ipotesi di omicidio colposo e altri reati in materia di infortunistica.

Durante l’audizione parlamentare il commissario Laghi ha ipotizzato una responsabilità oggettiva del povero Giacomo Campo , in quanto “troppo vicino al nastro trasportatore” su cui doveva effettuare le operazioni di pulizia del minerale.
Immediata la reazione di Marco Bentivogli, Segretario generale Fim Cisl, per il quale le parole di Gnudi sono inaccettabili. “I lavoratori non decidono dove lavorare e quali operazioni svolgere. – ha detto – Chiediamo rispetto per la verità e nessun tentativo di depistaggio delle responsabilità”.

Nel successivo incontro tra i Commissari dell’Ilva Gnudi, Laghi e Carrubba con le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Fim, Fiom, Uilm per far luce sul grave incidente di sabato scorso, i tre incaricati del governo si sono detti “certi della correttezza delle procedure di sicurezza”. “Al momento – ha spiegato ancora Laghi – è stato possibile spostare il nastro danneggiato sotto sequestro in un luogo dove possa essere analizzato dagli inquirenti, ma rimpiazzato nell’impianto per riprendere la produzione”.
Sull’incidente che ha provocato la morte di Giacomo Campo, mentre cercava di riparare un nastro dell’altoforno, i tre incaricati del governo sono certi della correttezza delle procedure di sicurezza. Al momento, ha spiegato ancora Laghi, è stato possibile spostare il nastro danneggiato sotto sequestro in un luogo dove possa essere analizzato dagli inquirenti, ma rimpiazzato nell’impianto per riprendere la produzione.

L’incontro è servito anche per fare il punto sulla cessione dell’acciaieria alle due cordate concorrenti che hanno fatto un’offerta per rilevarla: AcciaItalia (composta da Cdp Equity-DelFin-Arvedi) e Marcegaglia Carbo Steel e Am Invest.co Italy (composta da Arcelor Mittal-Marcegaglia). Entro il 13 novembre vi sarà la discussione pubblica sugli aspetti ambientali e poi l’istruttoria dell’Antitrust quindi entro il 31 dicembre 2016 si procederà all’aggiudicazione del compendio industriale in modo che per il primo semestre 2017 si possa concludere il programma di cessione delle attività facenti capo al gruppo Ilva attraverso un affitto con obbligo di acquisto.
Secondo i commissari il volume di produzione nel 2016 si concluderà con 5,9 mln tonnellate contro i 4,7 del 2015. Il fatturato (1 miliardo nel primo semestre) si assesta “approssimativamente sugli stessi livelli del 2015”, nonostante il calo del prezzo dell’acciaio, con un miglioramento della redditività anche grazie agli effetti dell’antidumping su Cina Russia, etc.. Il margine operativo EBITDA del semestre è in rosso per 150 milioni, quindi ancora “non soddisfa” i commissari, ma migliora rispetto ai circa 250 milioni di buco dell’anno prima.
Sul Piano Ambientale i Commissari sostengono di essere all’80% delle prescrizioni previste dall’ AIA e anche sulle manutenzioni intendono investire 270 mln di euro nel 2016. Sono finalmente disponibili gli 800 mln di euro previsti dall’ultimo decreto.

Per il Segretario Generale della Fim Cisl Marco Bentivogli: “La realtà è diversa, lo stabilimento è allo sbando, occorre recuperare immediatamente una solida gestione industriale. La manutenzione, quando avviene, segna la mancanza di pezzi di ricambio finanche delle tute ignifughe. Non solo: vi sono stati provvedimenti disciplinari nei confronti di lavoratori che si sono rifiutati di compiere operazioni pericolose. Ci auguriamo che accanto al lavoro della magistratura, l’azienda comprenda che non è esente da responsabilità per questa tragica sequenza di incidenti”.
I sindacati chiedono chiarezza sulle prescrizioni dell’Aia e notizie sul rifacimento di AFO5 (per il quale non vi sono risorse) e delle cocherie, e sulla ripartenza del lavoro dei tubifici (che necessitano di investimenti).