Ilva: azienda rinuncia a ricorso Riesame contro maxi sequestro

Condividi

Taranto – L’Ilva Spa ha deciso di rinunciare al ricorso davanti al Tribunale del Riesame di Taranto contro il maxi sequestro preventivo di beni, conti e disponibilità finanziarie per una cifra complessiva di 8,1 miliardi disposto nele scorse settimane dal gip del tribunale jonico Patrizia Todisco, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto disastro ambientale e sul mancato utilizzo di risorse economiche equivalenti a quei beni. Fondi che sarebbero stati necessari, secondo l’accusa, a risanare e bonificare l’azienda. La decisione, comunicata dai legali dell’azienda oggi in apertura della seconda seduta dell’udienza del Riesame, sarebbe stata presa dall’ex amministratore delegato dell’azienda Enrico Bondi, nel frattempo diventato commissario dopo il decreto legge e la nomina del governo, ”preso atto del mutato quadro normativo”. Rimangono in piedi i ricorsi delle società Riva Fire e Riva Forni Elettrici .

Intanto del decreto legge sull’ IIva di Taranto si è discusso nelle commissioni Ambiente, Lavori pubblici e Attività produttive della Camera.
Nel corso delle audizioni, il vice presidente di Confindustria, Alessandro Laterza, ha affermato che il decreto legge 61 rischia di produrre ”effetti estremamente problematici”. Servono quindi dei ”correttivi”.
L’adozione di un provvedimento di urgenza che affronti il caso dell’Ilva, precisa Laterza, ”e’ una soluzione necessaria” per garantire, ”da un lato, la continuazione dell’attività’ produttiva e, dall’altro, l’applicazione delle norme ambientali”. Allo stesso tempo, però, osserva il vice presidente, questa soluzione ”presenta numerosi profili di criticità derivanti dal fatto che il decreto non si limita ad affrontare il caso specifico, bensì detta norme di applicazione generalizzata, suscettibili di introdurre numerosi elementi di incertezza, nonché notevoli rischi legali per chi svolge nel nostro paese attività economiche”. Elementi che, secondo Laterza, si aggiungono a quelli che ”ormai da tempo scoraggiano le iniziative imprenditoriali e frenano fortemente la competitività delle imprese italiane”
Per il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, il decreto legge sull’Ilva ”è un mostro giuridico, che potrebbe costituire un pericolosissimo precedente”. “ Siamo molto critici nei confronti del provvedimento” – ha detto – perché prevede ”uno spossessamento dell’impresa che non ha precedenti nel nostro orientamento.’
Federacciai ha chiesto quindi una ”significativa riduzione dell’ambito di applicazione del decreto” e l’istituzione di una commissione parlamenta d’inchiesta che ricostruisca la storia economica, industriale e finanziaria” dell’impresa negli ultimi 50 anni.’