Ilva. Approvato nuovo decreto: i Riva devono pagare il risanamento.

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Il Consiglio dei Ministri ha dato oggi il via libera al nuovo decreto legge sull’Ilva. Il provvedimento, questa volta, impone alla proprietà – cioè alla famiglia Riva – di mettere a disposizione anche risorse personali per il piano di risanamento ambientale. Il Dl – presentato dai ministri dell’Interno, delle Politiche agricole, dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e della Coesione territoriale – arriva dopo che il commissario Enrico Bondi e il sub-commissario Edo Ronchi nei giorni scorsi avrebbero “minacciato” di rimettere il mandato a causa delle difficoltà incontrate nel portare a termine il compito.

In un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi è concentrato il senso dell’intervento sul siderurgico di Taranto. “Vista l’importanza di attuare il piano di risanamento ambientale (Aia) si prevede che vada ulteriormente finanziato attingendo alle risorse finanziarie personali del proprietario dell’impresa commissariata o del socio di maggioranza. Possono essere utilizzate anche somme sottoposte a sequestro penale per reati anche diversi da quelli di tipo ambientale quando sia certo che l’Aia non è stata attuata e sia stato necessario il commissariamento. Il commissario straordinario diffida la proprietà a mettere a disposizione le somme necessarie entro 15 giorni dal ricevimento della diffida, con trasferimento su un conto intestato all’azienda commissariata”.

Nei due articoli del decreto sulle imprese di interesse strategico nazionale si “ridisegna il procedimento di approvazione del piano ambientale”, che deve avvenire entro il 28 febbraio 2014, e del conseguente piano industriale, con riguardo agli interessi non solo ambientali e industriali. Il provvedimento chiarisce che la progressiva attuazione dell’Aia vale fino all’approvazione del piano ambientale.

Per accorciare i tempi di rilascio di autorizzazioni, permessi e nulla osta a livello amministrativo richiesti dalle prescrizioni dell’Aia (una quarantina i procedimenti edilizi nel caso Ilva di Taranto), il Dl prevede una conferenza di servizi a valle dell’Autorizzazione, gestita e coordinata a livello centrale. E quanto alle sanzioni speciali causati dall’inadempienza delle prescrizioni attribuibile ai Riva, non si applicano durante la gestione commissariale quando vengono rispettati i piani ambientale e industriale e vi sia la progressiva attuazione dell’Aia. Una norma “incostituzionale” contesta il Co-Portavoce dei Verdi Angelo Bonelli avvertendo che porterà il testo del decreto al Commissario Ue all’Ambiente in relazione alla procedura di infrazione comunitaria. Legambiente Puglia e Taranto auspicano invece che il decreto non comporti stravolgimenti.
“Questo governo porta l’Italia fuori dall’Europa, approvando l’ennesimo decreto ‘Salva-Ilva’ che concede deroghe e proroghe in barba alle rigorose norme della direttiva europea sull’Autorizzazione Integrata Ambientale”- ha commentato il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, insieme a Fulvia Gravame, esponente della associazione ambientalista tarantina. Con questo decreto “si è purtroppo deciso di lasciare che i tarantini siano sottoposti ancora all’inquinamento per altri tre anni, i quali si aggiungono ai cinquanta passati. Il Governo – rilevano Marescotti e Gravame – si è assunto la responsabilità di non bloccare le fonti inquinanti, di non fornire risposte alla Commissione europea, di abolire le sanzioni previste a carico degli inquinatori. Segnaleremo alla Procura questa situazione anomala – concludono – perché la salute non sia messa ulteriormente in pericolo con questo decreto che concede un ammorbidimento inaccettabile alla già blanda legge Salva-Ilva 1”.
ilvabis