Il Depuratore torna all’origine con la bocciatura della deroga per scaricare su suolo da parte del Ministero dell’Ambiente. Il documento

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Ci piace mostrarvi le carte. Perché sono quelle che attestano le cose come sono realmente. C’è infatti la necessità di essere chiari soprattutto in una vicenda come quella del depuratore consortile in cui si è visto di tutto e di più. C’è una lettera datata 8 Agosto 2020

che il Ministero dell’Ambiente ha inviato alla Regione Puglia e per conoscenza al Commissario Straordinario Unico prof. Maurizio Giugni: 

8986-REG-1596805139904-Nota deroghe Puglia_signed  

L’oggetto della lettera era la richiesta di una deroga alla normativa per consentire lo scarico su suolo per i depuratori di Nardò, Porto Cesareo e quello consortile Manduria Sava che si sta ultimando in zona Specchiarica- Urmo. 

Dopo aver citato la norma e cosa prevede per la specifica richiesta il Ministero analizza la situazione di ogni singolo impianto e in particolare per quello di Manduria – Sava 

“La portata da smaltire nel recapito “suolo” del nuovo depuratore di Sava Manduria è pari a 9.986 mc/d, quindi molto prossima al valore di 10.000 mc/d superato il quale lo scarico sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo non è consentito.
– Il depuratore ed i Buffer (trincee disperdenti attraverso le quali avviene lo scarico su suolo) distano circa 2 km dal mare, quindi ad una distanza inferiore a quella consentita, ossia 5 km, per gli scarichi di acque reflue urbane con portate giornaliere medie tra 5.001 e 10.000 m3.”

e quindi di conseguenza:

Pertanto, per quanto sopra esposto, non si ravvisano gli estremi per poter applicare, ai casi di specie, la deroga già prevista dalla normativa nazionale allo scarico sul suolo, non rispettando gli scarichi in argomento i requisiti specifici indicati al già citato “Punto 2. Scarichi sul suolo” dell’allegato V, parte III, del decreto legislativo 152/06.”

E’ una sonora bocciatura del progetto così come era stato prospettato: si spiega sia che lo scarico a suolo non è consentito ma anche che i buffer se si vogliono realizzare dovrebbero essere spostati di altri 3 km dal mare, per arrivare almeno ai 5 km previsti dalla normativa. Che ne sarà del progetto che è stato appaltato? Si apre una grande incognita. Molto più chiara appare la soluzione considerato che con l’impianto già realizzato a pochi km dal mare  si tornerà allo scarico tanto odiato dalla popolazione locale. (Anche alla luce di un altro passo indietro da parte della Regione Puglia come da revoca in autotutela) Sempre che quell’impianto non sia destinato a diventare l’ennesimo spreco di denaro pubblico.

Degli atti consequenziali si dovrà occupare il Commissario Straordinario Unico prof. Maurizio Giugni