Grottaglie: usura estorsione e rapina. La Polizia mette a segno l’operazione “Dirty Money”

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E’ stata denominata “Dirty Money” l’operazione messa a segno a Grottaglie nel tarantino. In esecuzione di un provvedimento emesso dal Giudice delle indagini Preliminari
del Tribunale di Taranto (Dr. Benedetto Ruperto), su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica (Dr. Remo Epifani), la Polizia di Stato ha eseguito otto ordinanze di custodia cautelare (di cui tre in carcere e cinque ai domiciliari), emesse a carico di altrettanti Grottagliesi, i quali, al termine di una complessa e lunga attività d’indagine, condotta dal Commissariato di Grottaglie, sono accusati, a vario titolo, dei reati di usura, estorsione e rapina commessi, in concorso tra loro, dal 2015 ad oggi, ai danni di un imprenditore agricolo della città delle ceramiche.
All’operazione hanno partecipato oltre 40 poliziotti, con il supporto degli agenti della Questura di Taranto, di Unità Cinofile della Polizia Frontiera di Brindisi e del Commissariato di Anzio Nettuno, in provincia di Roma dove si trova uno degli arrestati.
Nel corso dell’operazione le numerose perquisizioni eseguite nei luoghi utilizzati dagli indagati, hanno consentito di rinvenire 33mila euro in contanti, diversi monili in oro, due rolex, una pianta di marijuana alta due metri, 100 grammi di hashish con il relativo materiale di confezionamento, numerosi documenti contabili e carnet di assegni e carte di credito.
L’indagine ha preso le mosse dalla denuncia di un imprenditore il quale era ormai divenuto vittima delle minacce di uno degli indagati, al quale si era rivolto per richiedere la somma di 14mila euro a causa delle difficoltà economiche in cui versava.
La somma doveva essere restituita con tassi usurai dell’85% su base annua. In particolare, lo strozzino pretendeva dall’imprenditore la restituzione entro sei mesi della somma di 20 mila a fronte dei 14 mila ricevuti in prestito. Nel tentativo di risanare il debito, l’imprenditore si è accordato su un nuovo riparto di pagamento, con tuttavia la previsione di un tasso usuraio del 120% su base annua. Ormai impossibilitato a restituire le somme di denaro, il debitore è diventato vittima delle continue minacce ed aggressioni sia verbali che fisiche non solo ad opera dell’usuraio, ma anche dei suoi figli e di altri concorrenti.
In un’occasione, la vittima ha subito, per mano di tutti gli indagati, la rapina di una vettura nella sua disponibilità, per la cui restituzione veniva preteso il pagamento immediato dell’intera somma di denaro.
Gli arrestati, tutti molto conosciuti in Grottaglie, annoverano numerosi e gravi precedenti penali per reati contro il patrimonio, la persona ed inerenti lo spaccio di sostanze stupefacenti. La misura della custodia cautelare in carcere è stata applicata per Francesco Vitale e due suoi figli, Alessio e Riccardo. Altri due figli dello stesso Vitale, Marco e Ciro, sono invece ai domiciliari, come anche Ciro D’Angello, Francesco Marinelli e Diego Vestita.
Altri due soggetti, coinvolti nelle indagini, risultano indagati in stato di libertà.