Grottaglie, Mister Carrozzo sulla vittoria del campionato: “Gioia di tutti. Dediche? Tante, per una persona in particolare…”
L’allenatore del Grottaglie ha parlato del successo in Prima Categoria, scavando tra i ricordi più belli di una stagione esaltante. “Fai fatica a non emozionarti, quando giocatori che hanno militato in campionati superiori ti dimostrano grande attaccamento alla causa…”
Giovane, giovanissimo, anni 36 e un campionato vinto al primo tentativo utile. Grottaglie si gode il suo allenatore scelto con grande fiducia dal direttore Bruno in estate. Simone Carrozzo si porta via il sorriso delle migliori occasioni con ventitré vittorie, cinque pareggi e zero sconfitte nella Prima Categoria pugliese (girone B). Un percorso netto, senza sbavature, che ha sancito il salto dalla Prima alla Promozione.
Si è imposto nello scontro finale (alla penultima) con il Santeramo per poi festeggiare la vittoria del campionato. Buona la prima, da solo. Per tre anni spalla di mister Branà tra Avetrana e Matino in qualità di vice allenatore, ha fatto tesoro dei suoi metodi, per poi intraprendere un percorso nuovo. Con consapevolezza e completa autonomia.
Dodici anni tra settore giovanile e svariate esperienze in giro per la Puglia. Ed è proprio nel momento delle bollicine che cominciano le riflessioni su quello che è stato. Abbiamo incontrato mister Carozzo che ci ha raccontato la super stagione del suo Grottaglie.
Mister, tre fotografie che hanno segnato un momento di svolta del vostro percorso.
“Sicuramente la vittoria di andata con il Santeramo, un 2-0 in casa che ci ha dato maggiore consapevolezza della nostra forza. Ci metto anche il successo di coppa contro il Latiano per come è arrivato. Eravamo decimati, con tanta gente acciaccata e diversi Under in gruppo. Il pareggio di Napolitano a Carovigno al minuto 93 su calcio di punizione, è stato un altro episodio chiave della nostra stagione”.
Esiste un momento di crisi in un campionato fatta di zero sconfitte?
“Sì, ti dico Sannicandro. Il momento più brutto dal punto di vista emotivo, lì avevamo quasi metà campionato in tasca. Poi i nostri avversari hanno fatto una grande rimonta in dieci uomini, con un rigore al minuto 86. E’ stata una mazzata importante. Ma da lì siamo ripartiti, ho capito l’attaccamento alla maglia di tutto il gruppo”.
La squadra, il gruppo, lo spogliatoio. Un pensiero per loro. Ci sono dei giocatori che sono più grandi di te dal punto di vista anagrafico. Chi degli over ti ha dato una mano nel primo periodo a Grottaglie?
“E’ la vittoria dei ragazzi. Io ho avuto la fortuna di gestire un grande gruppo fatto da persone eccezionali. Il mio pensiero va a loro. E’ sempre l’organizzazione che paga, altrimenti vincerebbero le stesse squadre nei campionati. Ognuno ha svolto il suo ruolo con grande professionalità.
Merita una menzione speciale Ciccio Mignogna. E’ stata una colonna, mi ha sorpreso per il suo attaccamento. Mi ha detto: ‘Mister, se vinco questo campionato, per me è il più bello della carriera’. E’ dura non emozionarsi quando ti dice queste cose uno che ha giocato in Serie C. Ogni parola era pesata e detta nel momento opportuno per il bene di tutti. Ma anche Loris Formuso, un altro che ha fatto ben altre categorie. Era coinvolto, soffriva empaticamente con tutti. Queste cose ti fanno capire che non è poi la categoria a dare peso ai momenti, ma come affronti le cose e quanto ci tieni. Io ho visto grande attaccamento”.
Hai una dedica speciale? O magari più di una…
“Alessandra, la mia ragazza. Il mio primo pensiero va a lei. Starmi accanto in questi otto mesi non è stato facile. Ho dato tutto per il Grottaglie e non volevo fallire. Ho dedicato gran parte del mio tempo e lei ha capito i miei momenti, soprattutto gli sbalzi d’umore. Ringrazio anche il direttore Bruno, il presidente e tutti i tifosi. Sono stati incredibili. Quando mi hanno chiamato per la prima volta, ero in vacanza a Ibiza. Pensavo si trattasse di uno scherzo. Aspettavo da tempo una bella opportunità come Grottaglie”.
Tre anni da allenatore in seconda di Branà, due ad Avetrana e uno a Matino. Da vice ad allenatore in prima, come cambia il lavoro dal punto di vista gestionale?
“Cambia tutto, cambia la pressione quando cammini da solo. E’ tutto su di te e in alcuni momenti ti senti più solo con il tuo staff. Penso alla vittoria, questa la sento più mia, rispetto a quella di Matino da vice. Vincere da allenatore dà un altro gusto. E’ totalmente diverso, ma sono stato fortunato ad avere uno staff come il mio, è un aspetto determinante potersi confrontare con i collaboratori”.
Il rapporto con Branà. Vi sentite e vi confrontate su quello che fate oggi?
“Mi ha chiamato ieri mattina. Ci sentiamo continuamente, ma non si parla solo di calcio, ci tengo a precisare questo. Lo ringrazierò sempre per l’opportunità che mi ha dato. C’è il rapporto umano che viene prima di quello professionale. Noi abbiamo lavorato a stretto contatto e ci confrontavamo continuamente. Adesso mi capita di vedere le sue gare in settimana e lui le mie. Il confronto c’è sempre, pareri, opinioni, vedute”.
Futuro prossimo, c’è ancora il Grottaglie o ripartirai da una nuova avventura? Hai già parlato con la società?
“L’obiettivo era chiudere la stagione da imbattuti anche nell’ultimo appuntamento. Ci siamo riusciti ed è una grande soddisfazione per tutti i ragazzi. Più avanti con la società ne parleremo con grande serenità. Godiamoci due settimane di relax adesso, poi affronteremo le situazioni future”.
Mario Lorenzo Passiatore