“Giuseppe”: il cortometraggio che fa “volare” i ragazzi del Centro Diurno di Sava al Festival del Cinema Europeo

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L’arte cinematografica come una vera e propria terapia. E’ la finalità di un progetto cinematografico unico nel suo genere che crede in questo potente mezzo di guarigione e di espressione creativa. Il laboratorio di cinema terapeutico della Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica Phoenix di Sava, gestita dalla cooperativa Nuova Luce ha prodotto il cortometraggio “Giuseppe”. 

Una vera e propria perla cinematografica che, questo sabato, sarà ospitata al Festival del Cinema Europeo.

Quest’opera non è solo un prodotto creativo, ma un viaggio collettivo che ha coinvolto ogni ospite del centro in un’esperienza di riscatto e crescita personale. “Giuseppe” prende ispirazione dalla figura di “San Giuseppe da Copertino”, il “santo volante” noto per le sue estasi e levitazioni, reinterpretandone la storia attraverso le esperienze personali dei partecipanti.

Il cortometraggio ha permesso agli ospiti di cimentarsi in tutte le fasi di realizzazione del film: dalla scrittura della sceneggiatura alla creazione delle scenografie e dei costumi, dalla pittura alla scultura. Ogni scena, ogni dettaglio, porta la firma di un lavoro corale in cui la creatività è diventata un veicolo di guarigione e scoperta di sé.

Sotto la guida del regista Mirko Dilorenzo, il film racconta la vita di San Giuseppe da Copertino, soprannominato Frate Asino per la sua semplicità e umiltà, attraverso una narrazione che unisce fede, leggenda e resilienza. Con una durata di soli 15 minuti, il cortometraggio riesce a condensare emozioni intense e un messaggio profondo: anche di fronte alle difficoltà più grandi, l’essere umano può trovare la forza di volare oltre i propri limiti.

La particolarità di “Giuseppe” sta nell’essere un’opera totalmente autoprodotta dagli ospiti della CRAP, che hanno ricoperto ogni ruolo, sia davanti che dietro la macchina da presa. Un risultato che testimonia la forza della collaborazione e la potenza dell’arte come strumento di inclusione, speranza e rinascita.

La presentazione al Festival del Cinema Europeo rappresenta un traguardo significativo, non solo per i protagonisti del progetto, ma anche per l’intera comunità, che celebra con orgoglio il coraggio e la determinazione dei suoi ospiti. Come sottolinea il coordinatore Gianluca Lomastro: “Questo progetto dimostra che, anche nelle situazioni più difficili, l’arte può trasformarsi in un mezzo per superare le proprie paure e raccontare al mondo la propria unicità.”

Hanno collaborato oltre alla Cooperativa Nuova Luce, il Dipartimento di Salute Mentale di Taranto nella persona di Anna Cristina Della Rosa; il Centro di Salute Mentale di Manduria (Orazio Lippolis e Giuseppina Muscolino), la coordinatrice del centro diurno Phoenix Leonarda Sandra Dicursi e gli operatori del Centro Antonia Sirsi, Zaira Tripaldi, Rossana De Palo, Giordana Giacoia, Agata Zingaropoli, Monica Petecchia, Maria Caterina Attanasio, Vincenzo Lo Frano, Anna Berdicchia, Mario Montesardo e Tiziana Stranieri.