Giubileo 2025: solenne apertura dell’Anno Santo nella Diocesi di Oria: è di Latiano il Crocifisso del pellegrinaggio

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Solenne apertura dell’Anno Santo 2025 nella Diocesi di Oria. Il Vescovo Mons. Vincenzo Pisanello ha convocato tutti i fedeli della Diocesi di Oria per domenica 29 dicembre 2024, per il rito di apertura del Giubileo. Il pellegrinaggio verso la Basilica Cattedrale dell’Assunta partirà da piazza Lorch in Oria, alle ore 16.00; seguirà la celebrazione eucaristica.

Il segno peculiare della solenne apertura dell’Anno Giubilare è il pellegrinaggio con l’ingresso processionale della Chiesa diocesana dietro la croce all’interno della Cattedrale, dove il pastore della diocesi svolge il suo magistero, presiede i divini misteri, la liturgia di lode e di supplica e guida la comunità ecclesiale.

Come prescrive la liturgia dedicata, o svolgimento della processione si articolerà in tre momenti: la collectio (“raduno”) presso la chiesa parrocchiale di San Domenico in Oria; il pellegrinaggio verso la Cattedrale dell’Assunta; l’ingresso nella Cattedrale.

Nella collectio, dopo l’antifona o canto di apertura, il vescovo Vincenzo rivolgerà ai fedeli il saluto, l’invito a benedire e lodare Dio; seguiranno una esortazione, la orazione, la proclamazione della pericope evangelica e la lettura della Bolla di indizione del Giubileo Ordinario.

Poi si snoderà il pellegrinaggio verso la Cattedrale per celebrare il giorno del Signore nella Festa della Santa Famiglia e aprire così l’Anno Giubilare, accolto come dono di Dio. Esso è il segno del cammino di speranza del popolo pellegrinante dietro la croce di Cristo, come raffigurato nel logo del Giubileo: «In un mondo nel quale progresso e regresso si intrecciano, la Croce di Cristo rimane l’àncora di salvezza: segno della speranza che non delude perché fondata sull’amore di Dio, misericordioso e fedele» (papa Francesco). È il cammino della Santa Famiglia di Dio che, nell’oggi della Chiesa, avanza verso la Gerusalemme celeste. Per questo è richiesto che la croce, che apre il pellegrinaggio, sia una croce significativa per la Chiesa diocesana, dal punto di vista storico-artistico o legata alla pietà del popolo.

Per la nostra Chiesa di Oria è stato scelto il Crocifisso di Latiano, pregevole effige risalente al XVI secolo, custodita nell’omonima chiesa meta di pellegrinaggio per i fedeli del territorio.

La prodigiosa e venerata immagine del Crocifisso di Latiano risale – come detto – alla metà del XVI secolo ed apparteneva alla Confraternita di San Sebastiano (oggi estinta). La leggenda racconta che: “passando per Latiano una carovana di zingari, dopo una sosta nei pressi dell’attuale chiesa del Crocifisso, gli zingari si accinsero a caricare le casse delle loro mercanzie sul traino, ma l’ultima cassa non erano capaci di sollevarla dal suolo per quanti sforzi facessero; per alleggerirla, l’aprirono, tolsero alcuni oggetti ed estrassero il nostro Crocifisso ed a quel punto la cassa si potè smuovere. Il popolo che assistette a questa scena gridò al miracolo e in un baleno la notizia si parse per il paese. Informato di ciò il parroco portò in processione l’immagine seguito dai fedeli. Gli zingari lasciarono a Latiano il Crocifisso e per la loro devozione portarono via, dopo averlo tolto, un dito della mano destra”. Nel luogo del prodigio i latianesi innalzarono un tempio in onore della venerata immagine per custodirla. Il Capitolo di Latiano nel 1624 ottenne dal Vescovo di Oria Domenico Ridolfi la chiesa in concessione e a partire da quell’anno provvide a tutto ciò che riguardava il culto nella Chiesa del Crocifisso eleggendo tra i sacerdoti capitolari un procuratore annuale. Durante la Santa Visita pastorale il Vescovo di Oria Carlo Cuzzolino (1694) notò: “che vi è una notevole devozione da parte dei fedeli compresi quelli dei paesi vicini” ed ordinò che si facesse “un capo altare”: fu realizzato in legno intagliato con quattro colonne tortili per custodire ed esaltare la miracolosa immagine e fu completato nel 1697. La statua fu abbellita nel corso dei secoli dai fedeli e dai sacerdoti con il diadema, gli angeli, le chiavi, i reliquiari della Santa Croce e della Santa Spina di Cristo e lo stesso Mons. Alessandro Maria Kalefati nell’anno 1785 aggiunse a sue spese il cartiglio dell’INRI. Il 5 novembre del 1856 i latianesi elessero il Santissimo Crocifisso protettore speciale di Latiano, e questa elezione fu confermata dalla Congregazione dei Sacri Riti, dietro parere favorevole di Sua Santità Papa Pio IX, il 17 febbraio 1870. Nel corso dei secoli numerosi furono i privilegi e le indulgenze ottenute a favore dei fedeli per la venerazione del Santissimo Crocifisso. Il Beato Bartolo Longo – latianese e quindi nostro condiocesano – nutrì una grande devozione verso questa miracolosa effige e a sue spese pubblicò alcuni opuscoli con preghiere da recitarsi nella chiesa suddetta. (da memorianews.it)