“Giannuzzi” di Manduria. Iaia: “Per noi sindaci, sentinelle del territorio, obiettivo comune è la sicurezza dei sanitari e cura dei pazienti”

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Ieri mattina, presso l’ospedale “Giannuzzi” di Manduria si è svolto un confronto tra i sindaci del versante orientale della Provincia e la dirigenza dell’Asl di Taranto.

 
Premesso che un piazzale non è un luogo idoneo per svolgere un incontro di questo tipo, nella riunione sono state rappresentate importanti criticità che riguarderebbero l’adeguamento del “Giannuzzi” ad ospedale “Covid”, che, a dire di molti, risulterebbe carente sia dal punto di vista strutturale sia da quello del numero del personale a disposizione e della formazione dello stesso.
 
Ciò che colpisce, in questo quadro, è il silenzio assordante del personale sanitario che a noi sindaci rappresenta, in separata sede, con toni a volte drammatici, la gravità della situazione ma, nel contempo, non ha il coraggio di manifestare alla luce del sole questo disagio.”
 
E’ quanto afferma in una nota il sindaco di Sava Dario Iaia commentando l’iniziativa che ha portato al confronto con i vertici della Asl sulle problematiche e criticità del nosocomio manduriano divenuto improvvisamente ospedale covid.
 
Comprendo perfettamente questo contesto e queste difficoltà, perché le abbiamo toccate con mano nei mesi estivi e, proprio per questo, noi sindaci, o chi lo vorrà, siamo a disposizione per essere la voce dei sanitari e dei pazienti, non per spirito critico, ma per fare in modo che le cose migliorino.
 
Non accetteremo supinamente che il nostro territorio venga, per l’ennesima volta, maltrattato come è avvenuto in passato quando l’ospedale di Manduria è stato declassato ad ospedale di base pur essendo l’unico, oltre ai nosocomi tarantini, ad avere un reparto di terapia intensiva.
Probabilmente, oggi ci troviamo in questa situazione di grave emergenza, sicuramente perché vi è una pandemia in corso, ma anche perché è mancata la programmazione e l’esecuzione dei lavori a tempo debito.”
 
Oggi, – prosegue Iaia –  siamo al paradosso per cui i pazienti ci raccontano che, per esempio, la settimana scorsa, per poter accedere ai reparti Covid del “Giannuzzi” hanno dovuto aspettare mezzanotte dalle tre del pomeriggio perché l’impresa edile che stava operando ha terminato i lavori alle 22.00. 
Per carità, oggi probabilmente si sta facendo il massimo, ma questo massimo andava fatto nei mesi estivi e non oggi.
 
Noi non possiamo ignorare tutto questo ed è nostro DOVERE essere portavoce e sentinelle del territorio, indipendentemente dai colori politici (ed io sono a completa disposizione), cercando di garantire sempre serietà e senso di responsabilità, perché oggi non ci devono interessare le polemiche politiche, ma il raggiungimento del comune obbiettivo che è quello di far sì che i sanitari operino in un luogo sicuro per loro e per i pazienti e che questi vengano curati nella migliore maniera possibile.”