Foggia, far west davanti al carcere. Ucciso detenuto in semilibertà

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“Potevano decidere di freddarlo in qualsiasi posto ed in qualsiasi ora del giorno , considerato che Alessandro Scrocco detenuto semilibero dal 2020 usciva la mattina dal carcere di Foggia per farvi rientro la sera. Chi si azzarda di compiere un omicidio davanti un commissariato di P.S. o davanti una caserma dei carabinieri. Invece no, hanno scelto l’ingresso del carcere di Foggia per dimostrare la loro strafottenza e forse per mandare dei segnali.”

E’ la denuncia del SAPPE sul gravissimo agguato mortale avvenuto ieri sera in via delle Casermette, a Foggia, a poche decide di metri dal carcere. La vittima stava rientrando nel penitenziario dove stava scontando una pena definitiva a 15 anni di reclusione per un omicidio di un 19enne compiuto il 2 gennaio 2010 a Rione Candelaro. Scrocco stava parcheggiando la sua autovettura quando sarebbe stato raggiunto da un sicario che, dopo aver esploso quattro colpi di fucile alla nuca, è fuggito a bordo di un altro veicolo che lo attendeva poco distante.

“Hanno potuto far ciò poiché il penitenziario Foggiano è in uno stato di abbandono e degrado senza fine, voluto dall’amministrazione penitenziaria che nemmeno di fronte all’evasione di 73 detenuti, ha mosso un dito. Nelle scorse settimane il SAPPE scrisse al commissario straordinario del comune di Foggia, chiedendo un intervento affinché venisse fatta un po’ di pulizia dalle erbacce che infestavano marciapiedi e strada, nonché provvedere a ripristinare l’illuminazione esterna poiché la zona è completamente al buio, peggio di un quartiere di periferia degradato, nonostante il carcere “ospita” più di 600 detenuti di cui moltissimi appartenenti a clan malavitosi molto pericolosi. Sono intervenuti solo per la pulizia dei marciapiedi ma per l’illuminazione no, e ciò ha ancora di più aiutato i delinquenti che facendo leva sul buio, sulla mancanza di telecamere di sorveglianza dei parcheggi, della mancanza del servizio di sentinella sul muro di cinta del carcere , hanno potuto compiere l’omicidio senza troppi problemi. A Foggia lo stato ha inviato poliziotti, carabinieri, mezzi, ha addirittura aperto una sezione della DIA per contrastare la delinquenza organizzata che è diventata sempre più violenta e prepotente, mentre per il carcere NULLA. E purtroppo i delinquenti lo sanno che ormai il penitenziario è diventato quasi terra di nessuno, per cui possono permettersi di fare quello che vogliono all’interno ed all’esterno nonostante il coraggio, la professionalità de i poliziotti che pagano di persona e con aggressioni e minacce giornaliere questo stato di cose. Qualche mese fa il SAPPE consegnò al prefetto di Foggia un dettagliato dossier sulla situazione del carcere chiedendo un intervento poiché la gestione del penitenziario non poteva essere più affidata ad un amministrazione penitenziaria incapace ed irresponsabile, ma direttamente dal ministero dell’interno poiché i penitenziari sono territorio Italiano ove deve essere assicurato ordine e sicurezza, soprattutto nelle carceri poiché sono ristretti i delinquenti. Ora basta con le pagliacciate del reinserimento che non c’è considerato che per 600 detenuti(posti regolamentari 350) ci sono non più di tre educatori!!!! ma chi vogliono prendere in giro il Ministro ed i vertici del DAP!!!! Potremmo continuare a scrivere anche altre cose che il SAPPE denuncia da mesi, ma vogliamo far sentire la voce subito dopo l’accaduto, di uno dei tanti poliziotti coraggiosi, professionali, che per 1600 euro al mese sanno quando entrano in carcere ma non sanno quando usciranno , che però di fronte a questo ennesimo schiaffo della delinquenza hanno perso la fiducia. Infatti anche ieri ci sono stati poliziotti che hanno iniziato il turno alle 16 e lo hanno terminato questa mattina alle 8 Queste poche parole dovrebbero far pensare a che punto sia arrivata la situazione, e speriamo che questa volta qualcosa si muova, poiché in caso contrario potrebbero essere presi di mira quei poliziotti che a testa alta, cercano di garantire, abbandonati dallo stato, con coraggio e professionalità, la legalità all’interno del carcere di Foggia.”