Faggiano: arrestato savese presunto autore dell’efferato omicidio ingegnere tarantino

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E’ stato arrestato nella notte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto il presunto autore dell’omicidio dell’ingegnere tarantino Cataldo Pignatale di 45 anni. L’uomo è stato rinvenuto, in un fondo agricolo, ormai privo di vita, ieri mattina in contrada Putrano a Faggiano, da un metronotte di un istituto di vigilanza impegnato in un giro di ricognizione lungo l’area perimetrale di un impianto fotovoltaico. Seminudo, era stato massacrato di botte, si presume a scopo di rapina, ma presentava una profonda ferita alla gola e ferite lacero contuse alle braccia e al volto. Appena dato l’allarme, sul posto sono giunti i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Taranto, e quelli della Compagnia Carabinieri di Manduria, che hanno messo in campo un efficace dispositivo che ha consentito, in breve tempo, grazie alle serrate battute effettuate nelle aree rurali di Faggiano, Lizzano e Pulsano, con l’ausilio anche di un elicottero del 6° elinucleo Carabinieri di Bari, di ritrovare, in C.da Ponte Grande di Faggiano a circa 3 Km dal luogo del delitto, l’autovettura della vittima, una VW Tiguan di colore grigio. All’interno della vettura analizzata accuratamente è stato rinvenuto il portafogli, con all’interno i documenti che hanno permesso l’identificazione della vittima.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l’ingegnere, incensurato e noto come una brava persona poteva essere stata vittima solo di una rapina andata male. Di fronte alla violenza del suo aguzzino avrebbe tentato di difendersi, di mettersi al riparo dileguandosi nelle campagne, ma con una inaudita ferocia il rapinatore lo ha raggiunto e lo avrebbe finito tagliandogli la gola. Con gli elementi a disposizione, tenendo presente l’aggressività del soggetto responsabile e soprattutto facendo leva sulla conoscenza del territorio, i militari hanno indirizzato le indagini sui pregiudicati per reati contro il patrimonio e la persona.
E’ così che si è arrivati a Cosimo D’Aggiano, 45enne pregiudicato di Sava. Nel mese di febbraio 2009, D’Aggiano aveva colpito con numerosissime coltellate, anche alla gola, una prostituta nigeriana che, solo per circostanze fortuite, e per il tempestivo intervento chirurgico, riuscì a farla franca. Sottoposto alla misura dell’affidamento in prova, con l’obbligo quotidiano di permanere presso l’abitazione di residenza dalle ore 22.00 alle ore 07.00, questi, invece, risultava assente da casa.
Le ricerche, andate avanti tutta la notte, sono state estese sull’intero territorio provinciale con un imponente dispiegamento di forze.
La serrata caccia all’uomo, si è conclusa nella tarda mattinata, quando D’Aggiano è stato rintracciato e bloccato dai militari della Stazione Carabinieri di Sava mentre cercava di rientrare nella propria abitazione, con indosso ancora gli indumenti macchiati di sangue. Condotto in caserma, ha confessato anche di fronte al Sost. Proc. Dott. Remo Epifani. L’omicidio sarebbe avvenuto fra le 23.00 circa del 10 luglio le e ore 01.45 circa dell’11 luglio 2014. L’assassino sotto l’effetto della cocaina assunta poco prima a Taranto, si era introdotto clandestinamente nell’autovettura della vittima per rapinarla, e, sotto minaccia di un taglierino, l’ha costretta a dirigersi nelle campagne di Faggiano, dove in preda ad un raptus omicida, l’ha aggredita e uccisa con un fendente alla gola, allontanandosi con l’autovettura, il portafogli ed alcuni suoi indumenti, allo scopo d’impedirne l’identificazione e di sviare le indagini.
L’omicida ha permesso anche di ritrovare l’arma del delitto, gli indumenti ed il portafogli della vittima, ormai privo denaro, che aveva abbandonato poco distanti dall’autovettura.
Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro e sarà esaminato dagli esperti della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo dei Carabinieri di Taranto.
I dettagli del terribile episodio criminoso sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa al Comando Provinciale dei Carabinieri.