Ex Ilva: La Procura di Taranto precisa i termini del sequestro dell’Altoforno 1

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La Procura della Repubblica di Taranto, in una nota a firma della Dott.ssa Eugenia Pontassuglia,  ha ritenuto necessario fornire chiarimenti in merito al sequestro dell’Altoforno 1 dello stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia, avvenuto lo scorso 7 maggio, per meglio delineare i termini dell’intervento giudiziario e la cronologia degli eventi.

Nella tarda mattinata del 7 maggio, all’interno dello stabilimento si è verificato un incendio di vaste proporzioni, scaturito dalla fuoriuscita di gas incendiato dalla tubiera 11, accompagnata dalla proiezione di materiale solido incandescente. L’evento ha comportato seri rischi per i lavoratori, sia dipendenti di Acciaierie d’Italia che personale di aziende terze, alcuni dei quali hanno riportato ustioni di lieve entità e contusioni.

Dai primi accertamenti tecnici, l’incendio è stato classificato come “incidente rilevante” secondo le disposizioni del Decreto Legislativo 105/2015, configurando possibili ipotesi di reato quali: incendio colposo per impropria gestione dell’impianto, getto pericoloso di cose dovuto alle emissioni atmosferiche di sostanze nocive e omessa comunicazione di incidente rilevante.

Nelle prime ore dell’8 maggio, la Procura ha proceduto al sequestro dell’Altoforno 1, disponendo al contempo tutte le attività necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente, autorizzando l’accesso alla sala di controllo per il monitoraggio dei parametri di sicurezza.

Nel pomeriggio dello stesso giorno, l’ufficio legale di Acciaierie d’Italia ha presentato un’istanza per poter effettuare interventi tecnici sull’impianto, richiesta successivamente integrata il 9 maggio con ulteriori operazioni. Entrambe le istanze sono state trasmesse all’ARPA Puglia per ottenere un parere tecnico.

Sulla base delle valutazioni dell’ARPA, il 10 maggio la Procura ha autorizzato la maggior parte delle attività richieste, escludendo solo quelle non essenziali alla sicurezza e potenzialmente confliggenti con le indagini in corso.

La Procura ha chiarito inoltre che, contrariamente a quanto riportato da alcune testate, non è stata avanzata alcuna richiesta per il cosiddetto “colaggio dei fusi”, operazione che si sostiene necessaria per evitare il blocco definitivo dell’impianto.

Al momento, sono ancora in corso accertamenti per stabilire le cause dell’incendio e le eventuali responsabilità. Il procedimento resta nella fase delle indagini preliminari, e vige il principio della presunzione di innocenza nei confronti degli indagati.

Un caso che accende i riflettori sulla sicurezza degli impianti industriali e sull’importanza di una gestione corretta per la tutela dei lavoratori e dell’ambiente.