Discariche di Manduria e Massafra. R. Durante (Idea-Cambiamo): Basta rifiuti dalla Calabria.

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La provincia di Taranto non sia la discarica dell’Italia.

E’ quanto afferma nel suo intervento l’Avv. Rossella Durante di IDEA-CAMBIAMO di Manduria in merito alla delibera adottata dalla Giunta regionale dal governatore Michele Emiliano con la quale si consente alla Calabria di smaltire seicento tonnellate di rifiuti indifferenziati nelle discariche di Manduria e di massafra.

L’argomento ha suscitato la presa di posizione dell’ avv. Durante perché – spiega – “la notizia rischia di passare inosservata, soprattutto per il silenzio dei consiglieri regionali dei rispettivi territori (Morgante e Mazzarano), incapaci di incidere sulle scelte della Regione, non solo riguardo alla gestione dei rifiuti, ma anche per gli ospedali e, nel caso di Manduria, persino per la scellerata localizzazione del depuratore consortile. La situazione della provincia di Taranto non è stata mai adeguatamente considerata nemmeno dagli altri consiglieri regionali eletti nel mandamento e neppure, come ci si sarebbe aspettato, da Cosimo Borraccino che non ha prodotto alcunché per la provincia di Taranto, nonostante la sua delega assessorile allo sviluppo economico. Anzi, la provincia di Taranto è divenuta il bersaglio costante di veri e propri attentati all’ambiente e al diritto alla salute, come le autorizzazioni rilasciate per sopralzi di discariche e le decisioni di chiudere interi reparti ospedalieri, soltanto per contenere la spesa sanitaria in danno dei cittadini più deboli, le cui conseguenze si sono viste anche nel corso della pandemia da Covid19”.

“Non occorre essere geni – prosegue l’avv. Durante – per comprendere che Manduria non è più neppure in grado di sostenere le immissioni di sostanze tossiche scaturenti dai rispettivi impianti che lavorano alacremente e senza sosta. E d’altro canto i cittadini non possono continuare a pagare sulla propria pelle il prezzo dell’assurda gestione dei rifiuti, con il pericolo di contaminazione dell’aria, ma anche del suolo e dell’acqua. Pertanto – conclude – la provincia di Taranto non deve essere la pattumiera d’Italia, non solo per le inevitabili problematiche ambientali e sanitarie, ma anche per il rischio che corre di essere identificata, nell’ immaginario collettivo, con i rifiuti e lo scarto che essa stessa accumula cronicamente sul proprio territorio.