Depuratore: proposta fitodepurazione al vaglio del CNR

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Pressing di Legambiente per cercare di sbloccare la situazione di stallo che si è venuta a creare in relazione al progetto dello scarico a mare del depuratore
consortile Manduria – Sava. A pochi giorni dalla scadenza della proroga d’inizio lavori di costruzione dell’impianto, concessa dalla Presidenza della Giunta Regionale proprio per trovare una soluzione alternativa alla condotta sottomarina, l’associazione ambientalista che da sempre ha caldeggiato la fitodepurazione ha avanzato ufficialmente alla Regione Puglia la sua proposta. Il progetto è stato presentato nel corso di un incontro con l’Assessore regionale ai Lavori Pubblici Giovanni Giannini, a cui hanno partecipato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, e Giuseppe De Sario presidente del circolo Legambiente di Manduria.
«Purtroppo in una regione come la nostra caratterizzata da una scarsa presenza di corsi d’acqua non è facile individuare i recapiti finali, in particolar modo nei territori costieri, particolarmente sensibili dal punto di vista naturalistico e turistico. Per questo motivo – affermano i responsabili di Legambiente – i tecnici del nostro ufficio scientifico nazionale hanno studiato una soluzione alternativa allo scarico a mare, di gran lunga preferibile alla condotta sottomarina per minori costi di investimento, minore impatto ambientale e possibilità di riutilizzo dell’acqua depurata».

“In sintesi, – spiegano ancora – la proposta elaborata da Legambiente prevede a valle del depuratore di Manduria un sistema di post trattamento delle acque mediante fitodepurazione. Così, le acque ulteriormente depurate e affinate, grazie alla presenza della zona umida, possono essere sia utilizzate durante i mesi estivi in agricoltura che scaricate in un alveo fluviale che sarebbe così riqualificato da un punto di vista naturalistico.

Tale soluzione, rispetto allo scarico diretto in mare, permette di migliorare ulteriormente la qualità degli scarichi, tamponare gli eventuali effetti negativi dovuti a temporanei malfunzionamenti a monte del depuratore e ricreare aree umide per riqualificare il territorio e favorire l’incremento della biodiversità locale.

Da diversi anni i sistemi di fitodepurazione applicati per il trattamento terziario (o post-trattamento) hanno trovato grande applicazione non solo in numerosi Paesi europei ma anche in Italia.”

L’Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Puglia ha prontamente trasmesso lo studio al Cnr per verificarne la fattibilità dello stesso.

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