Inquinamento ambito costiero Porto Cesareo, serve soluzione che dia risposta alle esigenze ambientali della comunità“Depuratore Porto Cesareo, autorizzare in via provvisoria lo scarico delle acque depurate nell’attuale punto di smaltimento del depuratore di Nardò”, è quanto propone il senatore salentino Dario Stefàno, presidente Commissione Politiche Europee, in merito all’annosa questione del depuratore in una delle località costiere tra le più pregevoli d’Italia, che si trascina da molti anni tra scelte tecniche e amministrative che si ostacolano a vicenda. “Occorre una soluzione, in tempi brevi, che dia risposta – spiega Stefàno – alla procedura di infrazione comunitaria, avviata per la mancanza di un sistema di depurazione adeguato alle esigenze di Porto Cesareo, e alle esigenze di trattamento delle acque reflue del comune e delle località costiere, nel rispetto dell’ambiente. La soluzione prospettata dalla Regione Puglia ha lasciato aperte questioni ambientali che hanno portato la Provincia di Lecce ad assoggettare a procedura di VIA le trincee drenanti proposte. Ma i tempi si allungano di almeno 6 mesi e intanto il bellissimo mare di Porto Cesareo continua a ricevere inquinanti”.
“Occorrono – prosegue Stefàno- uno sforzo e una decisione importanti, qual è
appunto quella di autorizzare in via provvisoria lo scarico delle acque depurate nell’attuale punto di smaltimento del depuratore di Nardò. Un’autorizzazione che, se per legge deve essere provvisoria, potrà perfezionarsi come definitiva nel tempo, ponendo uno stop all’inquinamento del mare in un contesto paesaggistico e ambientale che vede Porto Cesareo e Nardò sedi dell’area marina protetta, note oltre i confini nazionali”.
Con delibera del 7 luglio scorso la giunta regionale ha modificato le previsioni del Piano di tutela delle Acque consentendo lo scarico sul suolo invece che a mare. Acquedotto Pugliese ha, pertanto depositato presso la Provincia di Lecce gli atti per la verifica di assoggettabilità a Via (Valutazione di impatto ambientale) e a Vinca (Valutazione di incidenza ambientale) del progetto per la trasformazione delle vecchie vasche di essiccamento in tre trincee drenanti, prevedendo di far partire i lavori a febbraio e di collaudare l’opera entro giugno prossimo.
Le vasche drenanti dovrebbero accogliere, dopo il trattamento, fino a un massimo di 500 metri cubi al giorno di reflui. Per la sola funzione di eventuale troppo pieno/emergenza, sarà attivato lo scarico in battigia, nello stesso punto in cui già sversa il depuratore di Nardò, a 250 metri dall’area Sic Torre Inserraglio.
Coloro che in territorio cesarino si oppongono alle trincee drenanti prospettano, in alternativa, l’autorizzazione provvisoria allo scarico a mare, senza passaggi intermedi. Essi lo ritengono, infatti, di minore impatto rispetto a quello delle trincee (già dall’inizio sottodimensionate) in quanto, essendo i reflui di Porto Cesareo sottoposti a un affinamento migliore rispetto a quelli di Nardò, il loro scarico a Torre Inserraglio non comporterebbe troppi problemi.
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