Depuratore: nessuna certezza negli atti contro lo scarico a mare

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Nonostante una condivisibile stanchezza dovuta ai numerosi appelli a partecipare per tenere alta la guardia e stare con il fiato sul collo dei rappresentanti politici, anche nell’incontro di ieri nella Sala consiliare del Comune di Manduria la presenza dei cittadini di Manduria ed Avetrana è stata cospicua. Importante è anche l’attenzione mostrata in questa fase dalla politica rappresentata dai tre sindaci dei comuni di Manduria, Avetrana ed Erchie, e da ben 5 consiglieri regionali Luigi Morgante (Movimento Schittulli), Cristian Casili e Viviana Guarini (M5S) Peppo Turco (Puglia per Emiliano) e Michele Mazzarano (PD). La posta in gioco è piuttosto alta. Da una parte resta la preoccupazione, in assenza di atti concreti che ne dimostrino l’eliminazione, che nel mare di Specchiarica possa ancora essere realizzata la condotta sottomarina che da oltre 10 anni la popolazione contrasta con ogni mezzo legale e democratico a disposizione. Dall’altra c’è finalmente una consapevolezza che, in questo territorio, realizzare un progetto con lo scarico a mare significherebbe l’ennesimo fallimento clamoroso di una politica sempre più distante dai cittadini. Nell’incontro coordinato dal prof. Mario Del Prete (geologo e consulente tecnico-scientifico per il comune di Avetrana) è emerso l’impegno soprattutto dei consiglieri regionali a cambiare e invertire la tendenza degli ultimi decenni cercando, con questa battaglia simbolo in difesa del mare, di lanciare segnali di speranza per il territorio che, specialmente in tema ambientale, è stato fortemente bistrattato.
Non è semplice produrre atti concreti in questa fase ormai avanzata della vicenda, ma è quello che questo territorio chiede prima dell’inizio dei lavori che, altrimenti, non dovrebbero proprio cominciare. Fermo restando dunque questa unanime volontà della politica ad evitare la condotta sottomarina si continua ancora a prendere tempo interrogando tecnici. Chiamati a dare “certezze” sulla conclamata volontà contro lo scarico a mare espressa prima e dopo la campagna elettorale, anche dal Presidente Michele Emiliano, i consiglieri regionali hanno detto chiaramente di aver interpellato un ente scientifico super partes, il CNR che possa esprimere valutazioni sui progetti alternativi presentati e bocciati da AQP oppure che possa esso stesso trovare una soluzione per evitare lo scarico a mare. Il CNR non ha ancora espresso alcun parere, mentre il tempo passa e ci si chiede: per quanto ancora potrà essere posdatato l’inizio dei lavori? E soprattutto rispetto all’attuale Piano di Tutela delle Acque (che nei siti vicini al mare rende obbligatorio lo scarico in mare) che cosa potrà dire di diverso il CNR rispetto a quanto affermato sinora da AQP? Di qui la necessità di produrre atti formali per modificare il Piano di Tutela delle Acque. Nel frattempo è stata già inoltrata una ulteriore richiesta di prorogare il termine di inizio dei lavori fissato sinora per il prossimo 15 Ottobre ed è stato assunto l’impegno a produrre documenti che attestino anche “l’eliminazione della condotta” in attesa che il Consiglio Regionale possa procedere ad aggiornare il PTA.
Dopo gli interventi dei consiglieri regionali e qualche domanda dei giornalisti presenti, è scoppiata la polemica con i comitati presenti in sala a cui, per ragioni tecniche dovute agli orari di chiusura del Comune, è stata negata la possibilità di effettuare un proprio intervento.

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