Depuratore Manduria: respinto appello cautelare del Consiglio di Stato…le prossime mosse degli ambientalisti
Il Consiglio di Stato con ordinanza n. 4104 del 6.10.2023 ha respinto l’appello cautelare proposto da Associazioni e circa 50 cittadini (italiani e stranieri, residenti e non residenti, proprietari di abitazioni).Le motivazioni del provvedimento dei giudici sono le seguenti:
– occorre dotare l’agglomerato di Sava e Manduria di un “regolare impianto di depurazione” per superare ci si augura la procedura di infrazione comunitaria del 2017 (che riguarda decine di agglomerati italiani);
– La Regione avrebbe effettuato la VIA sull’intera opera “ovvero l’intero sistema di depurazione” e la nuova VIA riguarda “la richiesta di modifica di opere esistenti in precedenza autorizzate”.
Ma si attende esito su altro ricorso sempre contro il depuratore: Il 6 febbraio 2024, ad opere ormai ultimate, si terrà l’udienza finale al TAR Puglia.
Ma gli ambientalisti non si danno per vinti ed annunciano nuove iniziative:
“E’ già pronta -affermano in una nota – la denunzia per la Commissione UE per fare accertare la violazione di due direttive europee: quella sul trattamento delle acque e quella sulla VIA (valutazione di impatto ambientale). L’attuale progetto lascia fuori, per i prossimi anni ed anni, le Marine di Manduria ed il Comune di Sava, che sono privi di rete fognaria. L’ultima valutazione di impatto ambientale (di cui agli atti impugnati) è stata effettuata solo per lo scarico finale delle acque e non sull’intero sistema di depurazione. L’impianto di Urmo Bel Sito è stato costruito in base ad una VIA superata, che prevedeva lo scarico a mare delle acque depurate. Ecco perché la vicinanza dell’impianto al mare. Oggi, che le acque di scarico devono essere riutilizzate, non ha più ragion d’essere l’impianto di Urmo Bel sito, accanto alle case, ed uno scarico complementare (ancora a mare) a Torre Colimena.”