Depuratore Manduria. M5S: “cittadini hanno diritto-dovere di avere migliore soluzione per recapito finale”

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Continua l’impegno del M5S contro lo scarico a mare. Presente all’incontro del 19 u.s. svoltosi nella sala consiliare a Manduria per discutere dello “scarico a mare”, il meetup Manduria 5 Stelle ha ribadito la propria contrarietà a questa scelta progettuale, già espressa in più occasioni e portata anche all’interno delle istituzioni parlamentari.

“Infatti, valorizzando il lavoro svolto dai prof. Caliandro e Del Prete che, su invito del Comitato “Noscaricoamare”, hanno proposto un’alternativa allo scarico e conseguente recupero delle acque reflue per uso irriguo, prima è stata prodotta un’interrogazione parlamentare nella primavera scorsa che poi è divenuto un O.d.G., in data 19 dicembre 2014, in cui si impegna il Governo a valutare la possibilità, nell’ambito delle proprie competenze a sollecitare la Regione Puglia, di concerto con i comuni di Manduria, Avetrana, Sava e Maruggio, a individuare soluzioni tecniche condivisibili che tutelino l’ambiente, l’ecosistema e che rispettino il dettato normativo del codice dell’ambiente e ad attivare politiche ambientali atte al contrasto dell’intrusione marina e della costante desertificazione dei territori interessati, scongiurando il rischio concreto della compromissione dell’equilibrio ambientale”.

“Finora nella progettazione del depuratore consortile e, in tutta la progettazione dei depuratori in Puglia, si è voluto solo privilegiare la visione dal punto di vista del progettista, per non incorrere in sanzioni comunitarie mentre le richieste dei cittadini non vengono prese sul serio e sono ignorate. Ci sono invece da valutare i rischi di natura socio-economica che normalmente rimangono sullo sfondo delle valutazioni fatte, rischi che l’adozione della condotta sottomarina comporta su tutto il territorio intercomunale locale. L’aiuto all’agricoltura locale può e deve avvenire anche pensando a come riutilizzare le acque degli scarichi a mare depurate”.

“E’ confermata da numerosa letteratura scientifica e da osservazioni sul campo che i cambiamenti climatici sono incombenti e ci obbligano a rivedere tutta la normativa e tutta la progettazione dei depuratori, soprattutto in Puglia, dove è alto il rischio di intrusione marina che riduce la disponibilità di acqua dolce nel sottosuolo. E’ importante dimostrare di saper gestire un territorio in
tutta la sua complessità prefigurando scenari di crisi peggiori di quelli che già stiamo vivendo e, considerando che il progetto del “nostro” depuratore per metà sarà pagato da noi cittadini, questo ci da il diritto-dovere di poter proporre la migliore soluzione possibile: altro sarà da considerarsi spreco di denaro pubblico”.

DepuraTour con Daniela  Donno