Depuratore Manduria: con un provvedimento in autotutela la Regione Puglia riesuma lo scarico con condotta sottomarina

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Per il depuratore consortile Manduria Sava non si lavora solo nel cantiere di Specchiarica- Urmo Belsito ma anche in altre sedi, giudiziarie e non.

I lavori dell’impianto sono quasi ultimati, anche se difficilmente sarà rispettata la data di consegna prevista nel contratto per metà ottobre. Non c’è ancora una soluzione condivisa dalle parti per lo scarico emergenziale, manca la rete per far confluire i reflui nelle strutture in lavorazione, probabilmente saranno necessari altri espropri. Ci vorranno almeno un altro paio di anni per ipotizzare ad oggi l’entrata in esercizio del depuratore.

Intanto, mentre si è in attesa del responso del TAR sulle vicende portate avanti dagli ambientalisti, le “carte bollate” sono state utilizzate per riesumare l’unica soluzione di scarico approvata nel progetto: lo scarico emergenziale con condotta sottomarina.

A ricorrere al giudice amministrativo è stato Acquedotto Pugliese per costringere la Sezione Autorizzazioni Ambientali della Regione Puglia a revocare in autotutela la determinazione n.251 del 15.10.2019 recante archiviazione del “procedimento per l’emissione del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale relativamente” al “Progetto di fattibilità tecnica ed economica per il riutilizzo dei reflui trattati dal nuovo depuratore consortile di Sava e Manduria (TA) e relativi scarichi complementari.

In base alle motivazioni tecniche, contenute nell’atto, che risale a marzo 2020, contestando puntualmente i rilievi in ordine alla verifica di completezza e adeguatezza documentale delle proposte di AQP, l’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente, Sezione Autorizzazioni Ambientali della Regione Puglia ha ritenuto di dover “riconsiderare l’opportunità del provvedimento di archiviazione, di cui alla DD 251/2019, attesa la nuova valutazione dell’interesse pubblico originario che rende prioritaria la necessità di comprimere i tempi relativi alla definizione del procedimento di valutazione della proposta progettuale inerente lo scarico e relativa autorizzazione, onde consentire, in caso di positiva conclusione del procedimento, di avviare ad esercizio senza ulteriore indugio il costruendo depuratore e tanto al fine di ovviare alle criticità dell’attuale sistema depurativo dell’abitato di Sava Manduria.”

Tale revoca, dunque, riporta al progetto originario con la soluzione che negli ultimi decenni le popolazioni hanno contrastato…sempre che non sia adottata l’ultima proposta del Comune di Manduria ed Avetrana (di cui Vi parleremo in altro articolo) che, a questo punto, potrebbe essere l’unica strada per salvare il mare.