Depuratore: appello al Presidente della Repubblica, avviata nuova petizione

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L’obiettivo resta quello di salvaguardare uno dei più bei tratti di costa della nostra Penisola, per questo si cerca di sensibilizzare ancora una volta le Istituzioni a intervenire perché il depuratore consortile Manduria Sava sia realizzato lontano dal mare. La “speranza” questa volta è riposta soprattutto nei confronti del
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a cui è stato inviato un appello accompagnato da una raccolta firme che è stata avviata per l’occasione.
Referenti dell’iniziativa sono il Dott. Vincenzo Sebastio, in qualità di proponente l’appello, e Avv. Francesco Di Lauro, in qualità di titolare e responsabile del trattamento dati personali. Quanti vorranno aderire e collaborare per la raccolta firme dovranno scaricare i moduli e attenersi alle regole stabilite al seguente indirizzo: www.salentotrasparente.org\appello

Questo la lettera- appello che è stata inviata:

“APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
SI DEPURATORE, NO SULLE COSTE
Egr. Presidente Mattarella,
nella Sua qualità di massima autorità dello Stato, noi cittadini chiediamo il Suo aiuto per risolvere
un grave problema che affligge la già martoriata provincia di Taranto: a circa un chilometro dalla
costa e precisamente in località Urmo Belsito, pur nella consapevolezza di ipotesi alternative meno
impattanti dal punto di vista ambientale e ugualmente valide anche per servire le marine, si sta
infatti costruendo un mega depuratore consortile destinato ad accogliere i reflui degli impianti
fognari dei Comuni di Sava e Manduria e che, in nome di un ipocrita concetto di progresso,
minaccia il futuro di un tratto di costa tra i più belli della nostra Penisola.
Caro Presidente, come si può parlare di progresso laddove si deturpa in maniera così sfrontata
l’ambiente e si trasforma una ridente località turistica in un maleodorante recapito finale di reflui?
Il progetto, anche con le nuove, presunte ‘migliorie’ di affinamento, si presenta come uno stupro
ambientale, l’ennesima umiliazione di un territorio interessato da tre riserve naturali, all’interno
delle quali sono stanziali specie protette come i fenicotteri, che notoriamente trovano nelle acque
salmastre, ma ancora limpide, della Salina dei Monaci l’habitat perfetto per riprodursi.
Presidente, la politica dovrebbe spiegare perché questo mega impianto è stato previsto a decine di
chilometri dalle utenze più lontane, con la debole giustificazione di servire marine che non hanno,
neanche in progetto, alcuna rete fognaria; la logica, economica e ambientale, avrebbe invece dovuto
far propendere per un progetto più vicino alle zone servite e non certamente costruito contro la
volontà popolare, il cui dissenso è espresso, da oltre dieci anni, da decine di migliaia di manifestanti
scesi più volte in piazza.
Noi qui lo abbiamo ormai ribatezzato il depuratore-mostro e non perché siamo degli incivili, come
semplicisticamente e artatamente si è cercato di far credere, ma solo perché amiamo il nostro mare e
la nostra terra e siamo convinti della possibilità di una valida alternativa realizzata nell’entroterra. Il
nostro slogan è infatti “Sì depuratore, No sulle Coste”.
Per questo, gentile Presidente, noi cittadini, pur consapevoli della necessità di un depuratore che
ponga fine alle problematiche legate a scarichi alternativi più o meno leciti, chiediamo tuttavia che
esso sia realizzato laddove i cittadini lo vogliono, quindi lontano dalla costa, a qualche chilometro
dai centri abitati, così onorando un serio e credibile concetto di ‘progresso’ e, ad un tempo,
risparmiando un territorio la cui straordinaria bellezza sta permettendo di superare, col turismo
crescente, una condizione di strisciante povertà.
Caro Presidente, questo depuratore sta per distruggere una perla naturalistica del Salento, chiamata
Specchiarica, che deve il suo nome proprio alla limpidezza ed alla tranquillità delle sue acque.
Riteniamo anche equo che la collettività si accolli gli oneri di una delocalizzazione del progetto
appaltato, purché tempestiva, ma gli amministratori locali e regionali, sordi ad ogni istanza della
gente comune, hanno “onorato” il proprio senso dello Stato e delle Istituzioni imponendo l’inizio
dei lavori con un massiccio spiegamento di forze dell’ordine, giungendo addirittura a denunciare
decine di persone che cercavano, pacificamente e civilmente, di impedire l’alterazione dei luoghi da
parte delle ruspe. I lavori ora sono fermi, ma, probabilmente già a Settembre, quando il sipario
turistico del nostro meraviglioso mare sarà calato, il “mostro” sferzerà il colpo finale, fagocitando
terreno, ulivi, macchia mediterranea e con loro il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro,
restituendoci un ammasso di cemento maleodorante, da consegnare ai nostri figli come regalo per il
loro avvenire. Presidente, questo noi non possiamo accettarlo e speriamo che Lei, cui non mancano
facoltà e poteri per approfondire gli aspetti di un conflitto tra politica e popolo che dura ormai da 13
anni, sia non solo il più qualificato rappresentante delle nostre istanze, cosa che auspichiamo dal più
profondo di noi stessi, ma anche e soprattutto il difensore, non di facciata, dei fondamenti della
nostra democrazia e della nostra Costituzione, fondata, evidentemente, sul rispetto della sovranità
popolare.
Caro Presidente, nella latitanza pressoché totale delle rappresentanze politiche ed istituzionali, noi
riponiamo in Lei la nostra “speranza istituzionale”, chiedendoLe di farsi portavoce di un
ripensamento politico ed amministrativo attraverso il quale si trovi una diversa e più consona
ubicazione per il mega depuratore: le alternative ci sono, devono soltanto essere realmente prese in
considerazione. Non ci abbandoni Presidente, ci aiuti, perché Lei rappresenta la più alta carica dello
Stato e l’unica che possa, se vuole, ascoltare il nostro grido appassionato”