De Biasi (Ppdt): con la Tap perdiamo una partita che avremmo potuto stravincere

Condividi

Col gasdotto Tap perdiamo una partita che avremmo potuto stravincere se solo avessimo contrattato infrastrutture in cambio, invece di litigare tra noi”.

E’ destinato ad avviare un dibattito
il commento del presidente del gruppo consiliare “La Puglia prima di tutto” alla Regione Puglia, Franco De Biasi.
L’esponente del Partito vicino all’On. Fitto ricostruisce la storia del gasdotto e spiega perché questa è una partita persa.

“Chi si meraviglia del via libera dato dal Governo alla realizzazione del gasdotto Tap, evidentemente non sa – o, peggio ancora, finge di non sapere – che il parere della Regione Puglia non era vincolante e dunque non avrebbe in ogni caso potuto cambiare nulla. La decisione di realizzare questa struttura è stata presa in tempi ormai lontani dal Governo Prodi e nessun governo, tra quelli che si sono succeduti (di centrodestra, di centrosinistra, tecnici o di larghe intese), hai mai cambiato nulla. Il motivo è semplice: l’intento iniziale era quello di svincolare l’Italia e l’Europa dal monopolio delle forniture russe, rivolgendosi ai giacimenti dell’Azerbaigian. Figuriamoci se oggi, con la situazione che si è creata in Ucraina, si poteva tornare indietro…”
Peraltro,– prosegue De Biasi nel suo intervento – non è chiaro per quale motivo, in un Paese come il nostro che “siede” su una rete di gasdotto lunga 22 milioni di chilometri, il Governo debba farsi un cruccio per un semplice approdo sottomarino che grazie alle moderne tecnologie non creerà alcun problema né ambientale né di sicurezza. Invece, in questi anni un po’ tutti – dai cittadini ai politici – hanno preferito populisticamente litigare e mettersi di traverso pur sapendo che la partita sarebbe stata persa, con una visione localistica che non ci avrebbe portato da nessuna parte. Siamo intervenuti più volte in passato per segnalare tutto questo.”

L’esponente della Puglia Prima di Tutto ricorda di aver rivolto un invito sin dal primo giorno: “quello di contrattare con Tap e col Governo l’approdo stesso, ovviamente in piena sicurezza ambientale. Ovvero, chiedere in cambio lavoro, nuove infrastrutture per il Salento e per la Puglia, facendo valere una posizione che sarebbe risultata solidissima. Sottoponendoci al consueto gioco di ruolo che gli anglosassoni chiamano “Nimby”, un acronimo che sintetizza le iniziali della frase “Non nel mio cortile”, abbiamo invece perso tempo e indebolito fatalmente la nostra posizione. Adesso, c’è chi dice che non è finita e che “non ci arrenderemo”. Intanto il prossimo 20 settembre il presidente Renzi andrà a Baku, in Azerbaigian, a sottoscrivere l’accordo definitivo e a chiudere la partita. Una partita che avremmo potuto stravincere e che invece perderemo per gli autogol segnati…”.”

Il concetto espresso nella sua nota da De Biasi, in definitiva, è molto chiaro: “subìre” l’opera ma in cambio, almeno, ricevere qualcosa. Giustificazioni che spesso vengono poste, non solo in questo caso, sulla Tap, ma anche su altre opere e infrastrutture, come se tutto fosse inevitabile e,  soprattutto, contrattabile.

 

 

tap tracciato