Controlli in laboratori tessili, denunciati due imprenditori cinesi

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Martina Franca – Prevenire tragedie come quella avvenuta all’inizio di dicembre a Prato, dove un incendio divampato in un’azienda tessile ha provocato la morte di sette operai: è questo uno degli obiettivi dell’operazione eseguita dai carabinieri della Compagnia di Martina Franca (Ta) in collaborazione con il Nucleo Antisofisticazione Sanitaria e il Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’Arma, nei laboratori tessili della città.
I controlli, in cui sono stati impiegati trenta militari, hanno riguardato tre laboratori tessili gestiti da cinesi ed un opificio gestito da italiani ed hanno portato alla denuncia di due imprenditori cinesi.
Nel primo laboratorio i carabinieri hanno riscontrato la violazione di alcune basilari norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, accertando la presenza di una scala esterna di accesso alla fabbrica priva di ringhiera, pertanto estremamente pericolosa, e verificando che le stanze adibite a dormitorio degli operai erano prive, addirittura, dell’impianto di riscaldamento e di corrente elettrica. Inoltre hanno accertato la mancanza del documento di valutazione dei rischi negli ambienti di lavoro e hanno constatato lo stato di degrado e di sporcizia in cui versava la mensa aziendale, formulando una proposta di chiusura dei locali adibiti a cucina al Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto.
Nel secondo opificio, anch’esso gestito da un cittadino cinese, i carabinieri hanno trovato all’interno della mensa aziendale, 300 chilogrammi di cibo destinato agli operai, in pessimo stato di conservazione. Gli alimenti (carne, frutta, riso, patate e verdure) erano in parte riposti in due congelatori obsoleti e mal funzionanti, in parte addirittura lasciati direttamente sul pavimento. Pertanto, sia i cibi che le bevande e i locali della cucina, sono stati sequestrati. A margine dell’attività è stata verificata la regolarità dei documenti di soggiorno in Italia di 25 operai di nazionalità cinese e la conformità alla legge della loro posizione contributiva. Al termine, i due cittadini cinesi titolari delle manifatture sono stati deferiti a piede libero alla Procura della Repubblica di Taranto per violazione della normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e produzione e detenzione di sostanze in cattivo stato di conservazione e sono state elevate contravvenzioni per un totale di circa 10.000 euro.
I controlli proseguiranno nei prossimi giorni.