Così Antonello Bruno, 60 anni, eletto ieri sera presidente di Confagricoltura Puglia durante l’assemblea regionale a Bari. Eletti con lui anche i vicepresidenti Michele Lacenere e Pasquale De Vita. Bruno, avvocato di Brindisi, subentra a Luca Lazzàro, dimessosi prima di candidarsi a sindaco
a Taranto.
«Serve una presa di posizione netta sulla riforma dei Consorzi di Bonifica, il cui peso economico – tra inefficienze e balzelli ingiustificati – si riflette anche sulla gravissima crisi idrica che colpisce il nostro territorio. Occorre poi un’azione straordinaria per contenere la Xylella, che ha devastato l’economia agricola del Leccese, del Brindisino e del Tarantino, e ora minaccia anche il Barese. È una pandemia vegetale che ha distrutto imprese e posti di lavoro, con effetti economici e occupazionali superiori a quelli delle crisi industriali».
Secondo le stime di Confagricoltura, il valore complessivo della produzione agricola pugliese ha raggiunto nel 2023 i 5,5 miliardi di euro, con una netta prevalenza delle coltivazioni orticole, che rappresentano oltre il 30% del totale. Importanti anche i comparti vitivinicolo, frutticolo e olivicolo,
ciascuno attestato intorno al 10%.
Nel merito delle produzioni di maggiore interesse per la Puglia, i dati previsionali ISTAT del 2024 evidenziano un calo delle produzioni in volume del 5% per l’olio di oliva e del 7% per i cereali.
In particolare, per i cereali, la contrazione dei prezzi su base annua ha determinato una riduzione del
valore della produzione del 21%. Per l’olio, fortunatamente, il calo quantitativo è stato compensato da un aumento dei prezzi, portando a una crescita del valore del 10%. In aumento anche i valori della produzione di ortaggi (+6,1%), frutta (+9,6%) e vini (+16,5%) , in recupero rispetto al 2023.
Segnali incoraggianti arrivano anche dal commercio estero: nei primi nove mesi del 2024, l’export dei prodotti agroalimentari pugliesi è cresciuto di quasi il 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Particolarmente rilevante l’export di oli (+60%), bevande, tra cui i vini (+11%), e prodotti da forno e farinacei – comparto che comprende anche la pasta – in costante crescita.
I dati sono promettenti per il futuro, anche se offuscati dalla crisi internazionale e delle guerre.