Compromesso, ingovernabilità? Meglio un commissariamento…

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“Come meravigliarsi del disamore dei manduriani per la politica?”. E’ la domanda contenuta nel commento congiunto diffuso da tre movimenti di Manduria “Giovani per Manduria” “Verdi” “Noi a Sinistra” sulla “crisi amministrativa” e che riassume lo scetticismo che
Secondo questi movimenti “L’ultima (?) crisi dell’Amministrazione Massafra sembra” stia per “avviarsi a conclusione“.
La grande novità è che ..si torna al punto di partenza: patti rinnovati, con tanto di capro espiatorio. Nata all’insegna del rinnovamento e del rigetto dei partiti tradizionali, l’amministrazione Massafra si è ben presto distinta per un tasso di litigiosità interna mai visto, con il sindaco impegnato in un continuo braccio di ferro ora con l’una ora con l’altra componente della sua maggioranza.
Crisi ricorrenti – ricordano i tre movimenti – cui si è cercato di rimediare ricorrendo alla peggiore forma di trasformismo: maggioranze precarie, ricreate di volta in volta, pescando a destra e a manca tra i gruppi presenti in consiglio, e non, come pure potrebbe essere considerato accettabile, sulla base di convergenze di fatto su obiettivi comuni, ma per fronteggiare esigenze non sempre chiare di visibilità , di equilibri, di poltrone, da parte dell’uno o dell’altro soggetto.
Un metodo che ha tentato di trovare una giustificazione nella necessità di garantire la governabilità ( ! ), ma che ha stravolto e svuotato di senso il concetto stesso di rappresentanza democratica in seno al Consiglio, oltre ad aver portato la città alla paralisi.

Ora la parabola trasformistica è completata, il cerchio si chiude con il ritorno a casa dell’eroe: si ricostituisce l’originaria maggioranza, come se due anni e mezzo di lotte intestine, non debbano avere nessuna conseguenza, né a livello politico né a livello umano, su una compagine da cui sarebbe lecito aspettarsi coesione, collaborazione e fiducia reciproca.
Eppure sembrava che proprio per dissociarsi da simili logiche, considerate appannaggio dei partiti tradizionali, il candidato Massafra avesse raccolto intorno a sé un pool di liste civiche, che avrebbero dovuto garantire aria nuova, trasparenza e, soprattutto, vicinanza alle esigenze dei cittadini.

Ora, – proseguono ancora “Giovani per Manduria” “Verdi” “Noi a Sinistra” – qualcuno potrebbe trarre dal fallimento di questa esperienza la conclusione che il civismo non possa essere un’alternativa valida all’apparente ingovernabilità della Città e che una soluzione alla crisi debba essere ricercata rafforzando o ricreando strutture partitiche e alleanze tradizionali.
Noi crediamo invece, che le liste che sostenevano Massafra del civismo avessero solo l’apparenza. Nate in gran parte dall’interno degli stessi partiti da cui proclamavano di voler prendere le distanze, composte in buona misura da politici di lungo corso ( o loro sostituti) erano per lo più frutto di guerre intestine, di ambizioni deluse, di rivalse personali. Nessuna meraviglia che non abbiano saputo esprimere una progettualità condivisa,sulla base di obiettivi comuni.
Per noi, l’esperienza dell’amministrazione Massafra deve considerarsi conclusa, essendo venute meno tutte le premesse che l’avevano prodotta.

I tre movimenti iniziano dunque seriamente a “rivalutare” la figura di un commissario sinora ritenuta da più parti una vera e propria iattura
“Noi non vediamo quale danno potrebbe fare alla città un breve periodo di commissariamento rispetto all’impasse in cui ci troviamo. – concludono –
E tuttavia riteniamo che una fase di riflessione dovrebbe aprirsi tra tutti noi sul futuro politico di questa città : dobbiamo forse rassegnarci alla conclusione che per essa l’unica alternativa possibile sia tra il compromesso e l’ingovernabilità?
Noi continuiamo a credere fermamente nel primato della politica, e che sia compito della politica ricercare il bene comune, sulla base di una progettualità che lo persegua secondo principi e metodi chiari, chiaramente definiti e non negoziabili. Una politica che, proprio perché certa dei propri valori, non teme di confrontarsi con la società civile,ma anzi ne sollecita il protagonismo e l’inclusione nei processi decisionali;che vede nell’associazionismo,nel volontariato, nei raggruppamenti spontanei i suoi naturali alleati, accanto a quei movimenti politici costituiti e a quelle reti civiche che non si rassegnano ad un uso così avvilente e svilente degli istituti della democrazia, quale abbiamo visto posto in essere nel nostro paese.
Siamo certi che su queste basi, dialogando e confrontandosi, si possa costruire un’alternativa credibile per la città, che non sia solo un’alleanza elettorale creata a tavolino col pallottoliere, destinata forse a vincere, ma certo a naufragare alla prova dei fatti.