Cementir. Incontro a Roma sul futuro dei lavoratori del cementificio.

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Organizzata dai sindacati dei lavoratori edili Filca Cisl, Fillea Cgil e dalla Fisascat Cisl

in rappresentanza dei dipendenti dell’appalto pulizie industriali, una foltissima delegazione di lavoratori operanti presso la Cementir di Taranto è giunta a Roma questa mattina per manifestare davanti alla sede del Ministero dello sviluppo economico, dove si svolge l’incontro per scongiurare i tagli all’occupazione diretta e indiretta nei cementifici italiani, annunciati dal Gruppo Caltagirone.
Per quanto riguarda in particolare il sito produttivo di Taranto, la vertenza punta a scongiurare i licenziamenti di 47 dipendenti diretti, sui 106 complessivi annunciati per tutti gli stabilimenti Cementir in Italia, mentre la Fisascat Cisl è fortemente preoccupata per il futuro occupazionale  di 11 dipendenti dell’azienda Pulisan, titolare di appalto  per i servizi di pulizia civile e industriale che analogamente rischiano il posto di lavoro.
Questi lavoratori, peraltro, inquadrati contrattualmente nel settore pulizie civili ed industriali, in caso di parziale o totale chiusura dello stabilimento ionico non potrebbero godere di ammortizzatori sociali, per cui si chiede al Mise di autorizzare misure alternative.
Ancora negli ultimi giorni, il management aziendale sollecitato ad una discussione complessiva sulla vertenza nazionale non è stato in grado di delineare soluzioni che scongiurino la chiusura degli stabilimenti.
I sindacati ionici hanno proclamato per oggi uno sciopero di 24 ore.

L’incontro però non ha avuto l’esito sperato. L’Azienda è rimasta ferma sulla sua posizione.
“Una chiusura a riccio contro cui nulla hanno potuto le sollecitazioni sindacali, né la mediazione del sottosegretario Teresa Bellanova nonostante le rassicurazioni offerte all’Azienda a nome del Governo, circa la disponibilità esistente di finanziamenti per gli ammortizzatori sociali.
Misure, queste ultime, che per quanto riguarda il territorio ionico, dichiarato area di crisi complessa, potrebbero avere la durata di un ulteriore anno a condizione, però, che entro il 27 novembre prossimo si giunga a sottoscrivere uno specifico accordo tra le parti e qualora i licenziamenti annunciati risultassero definitivi.
La Filca e la Fisascat confermano la propria preoccupazione e sollecitano il management della Cementir a prendere in considerazione senza ulteriori chiusure preconcette le proposte che il prossimo 23 novembre il Mise e il Ministero del Lavoro riproporranno nel corso di un incontro ristretto già programmato, che precederà l’altro del giorno dopo, di giovedì 24, presso il Ministero del Lavoro con la presenza anche delle Organizzazioni sindacali.
Qualora le rigidità della Cementir non consentissero l’intesa, è chiaro che dal 28 prossimo sarebbero inevitabili le lettere di licenziamento.
L’auspicio di Filca e di Fisascat, ovviamente, va in senso contrario, cioè che il Gruppo Caltagirone riscontri positivamente i termini della mediazione governativa, per rinfrancare le 47 famiglie dei dipendenti diretti presso lo stabilimento di Taranto e per rendere agevole l’opportunità che insieme con il Mise siano individuate ed autorizzate misure alternative per gli 11 dipendenti Pulisan che, inquadrati contrattualmente nel settore pulizie civili ed industriali, non potrebbero godere di ammortizzatori sociali, così come gli altri lavoratori”.