Castellaneta. Agguato nella discoteca: arrestato a Milano il terzo responsabile.

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E’ stato arrestato a Milano il terzo responsabile dell’agguato avvenuto nel marzo scorso nella discoteca di Castellaneta.
Pietro Ripoli, 32 anni, barese è stato fermato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale del capoluogo lombardo, su attivazione dei colleghi del Nucleo Investigativo di Taranto.
L’uomo, destinatario di un mandato di arresto europeo, si era reso irreperibile rifugiandosi ad Amsterdam, in Olanda, dopo che nei suoi confronti il Gip del Tribunale di Taranto, Vilma Gilli, su richiesta del Sostituto Procuratore, Remo Epifani, aveva emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere in quanto ritenuto responsabile, insieme ad altre due persone, di concorso nel tentato omicidio di quattro giovani, oltre che di detenzione e porto illegale di pistola e di violenza privata continuata.
Al momento della cattura Ripoli stava rientrando in Italia: aveva oltrepassato il confine nazionale attraverso il Brennero eludendo i controlli di frontiera aveva raggiunto la Stazione Ferroviaria di Milano ed era salito a bordo del treno “Freccia Bianca” diretto a Lecce.
Si trova ora rinchiuso nella Casa Circondariale di San Vittore in attesa di essere trasferito con rogatorio a Taranto.

L’episodio di cui è ritenuto responsabile Pietro Ripoli, insieme a Ferruccio Antonio Marino, 33 anni, e Sergio Triggiani, di 31, già finiti in manette nel settembre scorso risale alla mattina del 9 marzo 2014 quando i tre, tutti con precedenti di polizia e residenti nel quartiere Japigia del capoluogo pugliese, presero parte al raid culminato con l’esplosione di numerosi colpi di arma da fuoco all’indirizzo degli occupanti di una Toyota Yaris da poco usciti da una discoteca, in agro di Castellaneta.

Grazie all’esame dei filmati registrati dal sistema di videosorveglianza del locale e di videocamere istallate lungo i tratti stradali fra Castellaneta e Bari, e alle dichiarazioni rese da testimoni dei fatti, i militari sono riusciti a ricostruire l’accaduto: erano circa le 06.50 quando all’interno della discoteca, una comitiva tarantina era stata avvicinata da un gruppo di giovani con inflessione dialettale barese, uno dei quali, successivamente identificato nel Triggiani, per futili motivi, aveva cercato di colpire con calci e pugni uno dei tarantini.
Pochi minuti dopo, lo stesso tarantino, nel percorrere a piedi l’area parcheggio appena fuori dal locale, era stato nuovamente avvicinato ed aggredito verbalmente dal gruppo in trasferta: ad impedire il peggio solo la presenza di una recinzione metallica fra le due comitive. Infastiditi, i giovani tarantini, dopo aver raggiunto altri amici, si erano allontanati dalla discoteca a bordo di un’auto Toyota Yaris, mentre gli aggressori, a bordo di due vetture, una Opel Corsa e una Volkswagen Tiguan, si posti al loro inseguimento cercando in più occasioni di speronare la Yaris e riuscendo a bloccarla dopo averla violentemente tamponata all’altezza dello svincolo per la SS 106.
E’ stato allora che le vittime avevano riconosciuti nei loro inseguitori il gruppo di baresi che li aveva aggrediti in discoteca e, temendo il peggio, avevano proseguito la marcia tentando di guadagnare la fuga. Per errore avevano imboccato una strada senza uscita ed erano stati costretti a fermarsi un centinaio di metri dopo, mentre sopraggiungevano le auto degli aggressori. Uno di loro, sceso dalla Opel Corsa, armato di pistola calibro 7.65, con il chiaro intento di uccidere, aveva sparato furiosamente contro gli occupanti della Yaris tutti i colpi a disposizione, continuando a premere il grilletto anche quando l’arma era ormai scarica. Il gruppo si era poi dileguato.
In seguito agli spari rimasero gravemente feriti due giovani tarantini: uno dei passeggeri, un 26enne, e il conducente, un 25enne. Il primo, trasportato presso l’Ospedale SS. Annunziata di Taranto, venne giudicato in “prognosi riservata” e sottoposto ad un immediato intervento chirurgico. Il secondo fu ricoverato presso l’Ospedale civile di Castellaneta. Gli altri tre occupanti dell’auto, una ragazza di 24 anni e due ragazzi rispettivamente di 28 e di 18 anni, rimanevano miracolosamente illesi.

Sono in corso ulteriori indagini volte all’identificazione di eventuali fiancheggiatori che hanno favorito la latitanza di Ripoli.