Caporalato. Uila-Uil: “Il parlamento approvi subito la legge”.

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“Dopo il via libera in Consiglio dei ministri del disegno di legge di contrasto al caporalato e al lavoro nero, ci aspettiamo adesso che il provvedimento sia approvato rapidamente dal Parlamento. Non si può più ulteriormente indugiare su un fenomeno così imponente considerando che, soprattutto sul territorio ionico, dove l’agricoltura rappresenta un motore trainante dell’economia, e ancor di più punta ad esserlo come alternativa alla grande industria, siamo di fronte ad una vera e propria piaga sociale”.

La dichiarazione è di Antonio Trenta, segretario generale della Uila-Uil di Taranto. Il sindacalista giudica positivamente il varo del ddl avvenuto nel fine settimana scorso. Ma chiede di accelerare perché non c’è più tempo da perdere, a maggior ragione adesso che i numeri da paura generati dal caporalato sono finalmente noti a tutti.

“Il lavoro nero nei campi in Italia produce un terzo del Pil, il prodotto interno lordo, dell’agricoltura tutta – precisa Trenta – ed interessa complessivamente 400mila lavoratori tra i quali soprattutto immigrati e donne, che spesso sono costrette a subire anche ricatti sessuali per non perdere un impiego di cui hanno estremamente bisogno. A Taranto, dove regna la disoccupazione, parliamo di 30mila persone”.

Il disegno di legge introduce strumenti operativi sotto il profilo amministrativo come dal punto di vista penale.

“E’ importante – afferma Trenta – il rafforzamento dell’operatività della Rete del lavoro agricolo di qualità creata con la legge di Competitività e attiva dallo scorso primo settembre”.

La Uila ha già avuto modo di sottolineare l’importanza di alzare di più la guardia, non soltanto attraverso controlli più serrati da parte delle Forze dell’ordine, ma anche ad opera degli enti competenti, nella fattispecie l’Ispettorato del Lavoro e l’Inps, tenuti a vigilare sulla correttezza degli adempimenti previsti per legge.

Due le proposte del sindacato in questi anni. La prima attiene al trasporto, per il quale in provincia si è già a buon punto; la seconda alla gestione della domanda-offerta del lavoro.

“Uno dei motivi principali per cui i lavoratori si rivolgono al caporale – ribadisce Trenta – è la necessità di un mezzo di trasporto per raggiungere i campi. Non esistendo infatti un servizio pubblico di collegamento con le aziende agricole, ed essendo difficoltoso per un bracciante, soprattutto quando è donna, spostarsi con un mezzo proprio, il caporale diventa la soluzione più conveniente, se non proprio l’unica. Ma il finanziamento di progetti mirati all’attivazione di un servizio di trasporto pubblico, come in passato è stato fatto con il Ctp, attraverso la Provincia di Taranto, e come ora si vuole fare ripetendo l’esperienza ridurrebbe, se non azzererebbe il ricorso ai caporali. Chiediamo perciò che il tavolo del confronto, attualmente fermo, possa riprendere quanto prima”.

E c’è anche da dire che il caporale diventa spesso l’intermediario tra il bracciante agricolo ed il datore di lavoro. “Questa condizione – precisa il segretario della Uila – costringe i manovali a rivolgersi ai caporali, cedendo ai loro ricatti e alle loro condizioni, pur di continuare a prestare servizio. In questo caso il fenomeno si contrarrebbe con un intervento repressivo su questa anomala e illegittima gestione della domanda-offerta di lavoro, come si sta cercando da fare con la Rete da settembre”.

Significativo anche nella legge, il coinvolgimento diretto delle amministrazioni statali nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo attraverso un piano di interventi per l’accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di raccolta. Così come la decisione di estendere le finalità del Fondo previsto nella legge 228 del 2003 in tema di vittime della tratta anche alle vittime del delitto di caporalato.

“E’ giusto – conclude Antonio Trenta – l’inasprimento degli strumenti penali perché solo con maggiori controlli e condanne più incisive come la reclusione da tre ad otto anni si possono davvero colpire i caporali”.