Canile Sanitario. Manduria in Più: “Meglio tardi che mai”

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Dopo “solo” 440 giorni il problema relativo al canile sanitario si è risolto. Domani 28 agosto, sarà finalmente riattivato il servizio presso la sede dell’ex macello che nel frattempo è stata ristrutturata.

“La nostra battaglia – ricorda la coordinatrice di Manduria in Più Maria Pasanisi – è cominciata ad aprile 2016 con una raccolta firme che ha portato ad oltre 1400 sottoscrizioni presentate al Sindaco durante l’incontro pubblico del 9 giugno in cui ci era stato assicurata una rapida e tempestiva soluzione al problema.
A seguire vi sono stati numerosi solleciti, comunicati, incontri con i vari assessori di turno, tecnici del ramo, ma ogni 2 passi avanti ce n’erano 3 indietro.
Pur coscienti del carico di lavoro quotidiano che grava su poche unità e che ha ritardato la consegna dei locali, riteniamo che quando c’è una volontà precisa le cose possono essere gestite in maniera mirata e competente.”
“E comunque meglio tardi che mai.” commenta Maria Pasanisi che sottolinea l’importanza dell’apertura del canile sanitario
“Noi ci auguriamo che funzioni al meglio e che dia un apporto di civiltà al nostro territorio, prendendosi cura dei tanti randagi in circolazione per i livelli essenziali di assistenza garantiti dalla ASL, e un risparmio alle tasche di noi contribuenti visto che fino ad ora i ricoveri presso le cliniche private ci sono costati diverse decine di migliaia di euro.”
Ma ci sono altre questioni ancora aperte.
“A tale proposito ci piacerebbe capire a che punto è il contenzioso di oltre 30.000 euro con la clinica Croce Azzurra e se è stata attivata la procedura per la stipula di una nuova convenzione in tal senso.”

“Manduria in più” promette di continuare a seguire la questione randagismo con l’impegno dimostrato sino ad ora
“Il prossimo obiettivo, già manifestato a suo tempo all’assessore di riferimento, – spiega Maria Pasanisi – è quello di ottenere la stipula di una assicurazione contro danni a terzi provocati dai randagi. Tale polizza è, tra l’altro, obbligatoria per le pubbliche amministrazioni e consente la reimmissione sul territorio dei cani cosiddetti di quartiere. In mancanza, e noi speriamo proprio di no, tutti i cani sterilizzati o presi in cura dal canile sanitario, finiranno successivamente in rifugi privati a vita…”