Brindisi. Energia: occasione persa per creare unità di intenti.

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Decisamente più accomodante rispetto al documento sull’energia approvato dalla direzione provinciale del Partito Democratici, l’accordo raggiunto all’interno della maggioranza al Comune di Brindisi delude il gruppo “civatiano” del Pd brindisino.
“Il Consiglio Comunale sull’energia si è rivelato per quello che in molti temevamo. – si legge in una nota – E’ stata un’occasione mancata per creare una unità di intenti che rappresentasse in maniera forte gli interessi di questo territorio”.
“La maggioranza – prosegue – ha presentato un documento mediato al suo interno fra i vari partiti il quale alla fine disconosce quanto affermato dal PD sia nella direzione provinciale che in quella cittadina: il netto no al piano di impresa di A2A per Brindisi Nord è diventato una timida disponibilità all’ascolto che però lascia la porta aperta alla possibilità di bruciare rifiuti in quella centrale. Ancora una volta il PD presenta programmi, discute nei circoli, elabora documenti, e poi si rimangia tutto in nome della governabilità.
Né d’altra parte l’opposizione può vantare un risultato utile per la città, perché il muro contro muro messo in atto da tutti gli attori in questa “commedia”, ha impedito di trovare l’unità che almeno su alcune tematiche in realtà era alla portata di mano. Il problema vero però è che ancora una volta Brindisi, tutta, ne esce disunita ed incapace di mostrarsi forte nei confronti di chi, venuto ad investire sul nostro territorio, non va ringraziato per i posti di lavoro funzionali al suo profitto, ma messo di fronte alle responsabilità assunte nei confronti di una comunità stanca di promesse mai mantenute”.
“Apriamo davvero col governo ed in regione una vertenza Brindisi che ci veda impegnati su più fronti per un vero sviluppo di questo territorio. Questa terra – proseguono i componenti del gruppo civatiano nella nota – ha dei crediti che vogliamo mettere all’incasso, ed è ora che il governo si faccia carico dei tanti problemi esistenti. Trasporti ferroviari di combustibili pericolosi che avvengono in città, mentre vengono soppressi i treni dei pendolari e dell’alta velocità; la Marina che si rimangia la restituzione del Castello bruciandoci 17 milioni di finanziamenti, mentre l’arsenale viene ridotto al lumicino; l’Università che viene finanziata direttamente dalla nostra comunità mentre tutti, Enel compresa, trasferiscono altrove i centri direzionali e di ricerca. Produciamo energia da fonti rinnovabili come nessun altro territorio in Italia, continuiamo a respirare carbone eppure – proseguono i consiglieri della minoranza Pd – le reti di trasporto sono obsolete e disperdono più che altrove. Assistiamo a continui guasti sulle reti elettriche che lasciano le aziende senza energia per settimane, per non parlare delle reti dati che sono carenti e segnano ancora una volta i problemi di un paese a due velocità”.
E concludono – “Qualcuno vuol farci passare un tubo sotto questa terra, la TAP è un opera che il governo ritiene fondamentale per garantirsi l’autonomia, come volete che risponda una comunità alle cui richieste nessuno risponde mai?

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