Bari riunione sul depuratore Manduria -Sava

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Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha coordinato questa mattina in Presidenza una riunione tecnica di approfondimento relativa al progetto del depuratore di Sava e Manduria.

Nel corso dell’incontro, e con la condivisione di tutti, è stato definito un modello di depurazione che parta da un totale e completo riuso delle acque reflue. In tal modo, la Puglia si pone come prima regione nella programmazione di tutta l’attività di depurazione (500 milioni stanziati nel Patto per il Sud) con l’obiettivo di riutilizzare del tutto le acque reflue, anticipando così le indicazioni della nuova direttiva europea in materia, che prevede esattamente l’applicazione di questo modello.

NOTE SUL NUOVO SISTEMA DEPURATIVO MANDURIA-SAVA

Il progetto iniziale prevedeva lo scarico in mare con condotta sottomarina delle acque reflue depurate senza alcuna forma di riuso. Questo progetto è stato integralmente modificato dalla nuova amministrazione regionale sia per salvaguardare il patrimonio paesaggistico e naturalistico dell’area e sia perché il recupero delle acque rappresenta un valore enorme in quel territorio privo di corsi e sorgenti idriche e soggetto a intrusione marina (causa di desertificazione).

La modifica ha richiesto un’interlocuzione con il Ministero e con la Commissione Europea per fare in modo che il nuovo progetto fosse conforme alle norme vigenti.

Il nuovo progetto della Regione Puglia prevede che i reflui vengano depurati al massimo del livello depurativo (ai sensi del decreto 185/2003) ottenendo così acque assimilabili ad acque potabili ad eccezione dei fosfati e dei nitrati che sono utili a fini agronomici.

La grande novità è che le acque cosi depurate saranno impiegate per “usi plurimi” (agricoltura, irrigazione del sottobosco, irrigazione delle dune, usi industriali, ovvero lavaggio stradale, approvvigionamento terziario, anti-incendio) realizzando “buffer ecologici” ed aree di lagunaggio aventi funzione “idraulica”, ossia vasche a di equalizzazione e raccolta. In questa maniera è scongiurato lo scarico continuo in mare, come prevedeva il vecchio progetto.

Il nuovo progetto della Regione Puglia prevede il riutilizzo di tutti i reflui depurati ed uno scarico di emergenza per un massimo di 15 occasioni all’anno nei casi di piogge brevi ed intense, prevalenti nel periodo invernale. La legge attuale infatti impone comunque che ci sia uno scarico di emergenza in corpo idrico superficiale in caso di piogge intense, per evitare allagamenti o sversamenti.

Ma la Regione Puglia sta facendo di più e ha presentato un ulteriore progetto sperimentale alla Commissione Europea per superare l’ostacolo normativo, in attesa che sia accolta la possibilità tecnica di “ravvenamento” delle falde al fine di contrastare l’intrusione marina e proteggere il battente idraulico.

RICHIESTE AL GOVERNO (in particolare al MATTM)
Sull’intero assetto del sistema depurativo sarebbe auspicabile una ratifica ministeriale che costituisse, peraltro, punto di partenza per la modifica normativa in essere presso la Commissione Europea, di cui, ad oggi non si ha alcun riscontro. A tale fine sarebbe opportuno conoscere le determinazioni assunte nell’ultimo anno in tale sede, le richieste formulate dallo Stato Italiano in tale Tavolo, i tempi previsti per le modifiche regolamentari, le proposte inoltrate alla Commissione per conto delle Regioni, ed in particolare della Regione Puglia.