Autotrasportatori indotto Ilva: la protesta continua

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Continua la protesta degli autotrasportatori Ilva che da settimane presidiano l’accesso al siderurgico di Taranto con centinaia di mezzi e che da ieri hanno ridotto da 20 a 10 il numero di tir a cui viene consentito di rifornire di materie prime lo stabilimento.
In attesa del vertice convocato per domani, 18 febbraio, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi aveva chiesto ai rappresentanti dell’indotto di bloccare le proteste sostenendo che il Governo è direttamente impegnato sulla soluzione del caso e che con un po’ di pazienza e cooperazione la situazione si risolverà.
In contro battuta è arrivata la risposta di Martino Greco Segretario Provinciale Ugl Logistica e Viabilità, uno dei tre portavoce della protesta degli autotrasportatori dell’Indotto Ilva.
Greco ha dichiarato insoddisfazione nelle risposte del Governo, annunciando che non solo non bloccheranno la protesta, ma che probabilmente da oggi saranno a Roma con i loro tir, non escludendo che possano bloccare i rifornimenti dell’Ilva.
Sono ormai otto mesi che gli autotrasportatori prestano il loro lavoro gratis ed ora chiedono di rientrare almeno in parte dei crediti pregressi, nel complesso circa 15 milioni di euro.
Se le mobilitazioni dovessero continuare, si verrebbe a spezzare una catena fondamentale per l’intero manifatturiero italiano. In aggiunta è da considerare che l’ Ilva sta già affrontando un grave problema di liquidità che potrebbe aggravarsi se venissero impedite anche le spedizioni e le conseguenti fatturazioni.
Ad ogni modo l’Ugl pur rimanendo vicina agli autotrasportatori, contemplando e sostenendo le loro giuste richieste, apprezza lo sforzo del Governo e parteciperà insieme alle associazione di categoria al vertice di domani convocato per ore 14,00 presso il Ministero delle Infrastrutture, al fine di esaminare le problematiche inerenti ai rapporti tra le imprese di autotrasporto e l’Ilva S.p.A.
Tuttavia, resta la volontà di continuare la protesta in maniera forte, finché non ci sarà una data certa per i pagamenti.

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